In passato si è sempre pensato che le Marche fossero “l’isoletta felice senza Mafia e senza pericoli”.
Nel 2016, l’11 aprile, si è tenuto un convegno a Camerino su come l’invisibile mafia si fosse appropriata di quella regione, tra gli Appennini e l’Adriatico: le Marche. La mia regione.
Salvatore Calleri, presidente dell’associazione Caponnetto, durante l’incontro con gli studenti ricostruisce quali siano i problemi principali presenti nella regione, affermando che : “Le Marche, le bellissime Marche, sono da un po’ di anni a questa parte sotto invasione del fenomeno mafioso”. (min. 0:32 – 0:39).
Ciò, quindi, vuol dire che le Marche non hanno dato origine alle mafie, ma che queste sono “immigrate” al suo interno e questo costituisce un problema di cui tutti i marchigiani devono essere consapevoli.
Purtroppo, anche nella nostra magnifica regione ogni tipo di mafia si è infiltrata, anche straniera, e molti sono gli arrestati e i latitanti, la maggior parte, individuati nella zona di Pesaro, almeno negli anni che risalgono al periodo in cui si è svolto il convegno di cui si parla nel video
Molto importanti sono, a mio avviso, le parole pronunciate dal presidente che, per concludere, ha rivolto un invito e una raccomandazione a tutti i cittadini:: ”Dopo questa giornata dobbiamo uscire con gli occhi aperti e la guardia alta”.
Dal 2016 ormai sono passati 7 anni, e le parole di Calleri hanno trovato un severo riscontro perché si verificano sempre più spesso i fenomeni da lui citati; se l’invito proposto dal presidente non è stato ancora messo in pratica, allora dobbiamo cercare sempre di più di non chiudere gli occhi, ma di acquisire strumenti che ci rendano capaci sempre più di guardare la realtà in cui viviamo per riconoscere i segni della presenza mafiosa sul territorio per denunciare e contrastare il suo dilagare, anche da semplici cittadini.
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