l’inchiesta stige ha coinvolto diverse aziende del territorio parmense, portando alla ribalta le infiltrazioni mafiose diffuse sul nostro territorio. In particolare è stato accusato un imprenditore di aver creato un consorzio di aziende affiliate e gestite da prestanomi il cui scopo era quello di accantonare illegalmente denaro da reinvestire nelle attività criminali delle ‘ndrine più potenti della provincia di Crotone, zona dalla quale era emigrato a Parma 30 anni fa lo stesso imprenditore.
Ho scelto questa notizia di cronaca in quanto ha coinvolto anche il Parma calcio, squadra per cui faccio il tifo; questa vicenda mi ha colpito molto perchè ha toccato tante famiglie che avevano un padre o un figlio dipendenti e di colpo catapultati in prima pagina senza più un lavoro e certezze per il futuro.
Nell’approfondire questa mia ricerca ho scoperto che in questi 5 anni si sono succeduti continue nuove accuse e altrettante smentite, lasciando tutto avvolto da un alone di mistero senza che, dopo l’iniziale clamore, vi siano stati processi veloci e decisivi nel confermare le accuse o ritrattarle.
Credo che per una soluzione definitiva al problema delle mafie serva una giustizia che possa esprimersi in tempi veloci per poter isolare e combattere ogni forma di abuso in modo efficace senza dare la possibilità e il tempo a eventuali formazioni malavitose di riorganizzarsi dopo retate ed arresti che rischiano di rimanere fine a se stessi.