Secondo me le mafie danno molto lavoro, soprattutto a profughi e migranti, ma è difficile chiamarlo lavoro. Infatti più che lavoro è sfruttamento, perchè tutti i “lavoratori” sono sottopagati e, appunto, sfruttati. In particolare mi sono concentrato sui braccianti nei campi agricoli, e ho trovato molto interessante l’articolo allegato sotto. Parla di questo uomo sudanese di 47 anni che nel 2015 è morto il primo giorno di lavoro. Era arrivato in puglia da un giorno e per guadagnare qualcosa è andato a lavorare in un campo di pomodori per un uomo potente, ma dopo poche ore è morto a causa del caldo. Mi hanno colpito il fatto che venisse pagato circa 2 euro all’ora e le condizioni in cui viveva che vengono descritte, ma più di tutto mi ha colpito il fatto che molto probabilmente secondo la Procura di Lecce, i pomodori raccolti vanno poi a grande aziende come Mutti e Cirio.
Dall’ultimo rapporto su agro-mafie e caporalato pubblicato dalla Flai-Cgil nel 2016 emergono circa 80 distretti agricoli (indistintamente da Nord a Sud) nel quale è possibile registrare grave sfruttamento, e in tutto muovono un’economia illegale tra i 14 e i 17,5 miliardi di euro in Italia.
Quindi sì, le mafie danno “lavoro”

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