Le origini di alcuni dei gruppi mafiosi che conosciamo oggi risalgono al vecchio braccio armato della nobiltà feudale del Regno delle due Sicilie. Nel corso degli anni si sono organizzati gerarchicamente, fino ad ottenere una posizione rilevante nei territori dove operavano. Dopo la seconda guerra mondiale, i gruppi criminali del territorio di Palermo hanno formato Cosa Nostra. Queste organizzazioni strinsero prima rapporti con le amministrazioni locali, poi con le loro attività illecite entrarono anche in contatto con una parte dell’imprenditoria. La Relazione della Commissione Antimafia del 7 febbraio 2018 avverte che nel corso degli anni le organizzazioni mafiose si sono evolute, in un certo senso.
Oltre ad essersi espanse prima nel Centro e Nord Italia, sono arrivate anche all’estero.
Infine, secondo la relazione, le mafie operano in una maniera diversa rispetto alle origini, adottando meno l’uso di violenza, sostituendola con la ricerca di legami con il mondo politico ed imprenditoriale. Oltre che dell’alta finanza.
Le organizzazioni criminali, infatti, si sono alleate con l’area grigia, la cosiddetta borghesia mafiosa italiana: avvocati, finanzieri, politici, funzionari pubblici. Ormai, si sono infiltrati sia nel settore pubblico che nel settore privato.
Fanno uso di corruzione per facilitare l’infiltrazione in gare di appalto e sub-appalto.
In passato le mafie si sono appropriate spesso di soldi che erano indirizzati al Mezzogiorno italiano, storicamente più in difficoltà del Nord. Il governo Draghi e le autorità in generale sono preoccupate per quanto riguarda l’allocazione dei fondi del PNRR, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. In particolare, preoccupano i fondi del superbonus 110% che sarebbero già stati presi in parte d’assalto.