Rossella Amato, meglio conosciuta come Rosa Amato, è stata la boss del clan Amato per diversi anni. Nasce in una famiglia tranquilla, fuori dalla mafia; suo padre pescivendolo e sua madre casalinga. La sua vita cambia drasticamente il 20 marzo, quando suo fratello Carlo viene ucciso dal figlio minore di Francesco Schiavone, il boss più importante del clan dei Casalesi. Dopo numerosi tentativi di scovare il colpevole con la giustizia, la famiglia Amato decide di vendicarsi per la morte di Carlo, entrando così a far parte della mafia camorrista grazie ad un parente già dentro quel giro, e così Salvatore Amato fondò il suo clan. Prima dell’omicidio, Rosa stava conseguendo la facoltà di giurisprudenza ma dopo la morte di sup fratello non se la sentiva di lasciare da solo suo padre e così devintò anche lei una camorrista. Il preciso obiettivo del padre e del suo clan era quello di arginare l’espansione dei Casalesi e così si buttò nel settore pionieristico dei videopoker. Rosa inizialmente si occupava solo della parte contabile ma successivamente si specializzò nella manipolazione delle slot machine. Dopo svariati anni Salvatore venne arrestato e Rosa prese in mano il potere del clan diventando lei il boss. In seguito a delle intercettazioni telefoniche verrà arrestata anche lei. Diventerà collaboratrice di giustizia per amore verso i suoi figli, testimoniando con molto dolore contro suo padre. Oggi Rosa vive con i suoi due figli in una località segreta dove cerca di ricostruire la sua vita.
Ho trovato questo video su youtube cercando le parole chiave “donne” “boss” e “mafia”. Ho voluto approfondire il tema sulle donne boss perchè solitamente, quando si parla di mafia, non si tocca mai il tema delle donne ne si sente mai parlare di donne mafiose. Ho voluto scegliere questo contenuto tra tanti altri perché la sua storia mi ha particolarmente colpita. Lei e la sua famgilia sono entrati a far parte della mafia solo di conseguenza all’omicidio del fratello e perchè la giustizia non era stata in grado di trovare un colpevole o se anche il colpevole era saltato fuori, essendo che faceva parte dei Casalesi, nessuno aveva il coraggio di parlare o di andargli contro. Anche se non si potrà mai giustificare tutto il male che hanno commesso, in parte questa famiglia è stata “obbligata” a farsi giustizia da sola dato che la giustizia che dovrebbe risolvere questi casi, non era stata in grado di fare nulla. Grazie a questa ricerca e a questo video ho scoperto che nel 2016 è stata fatta una miniserie che racconta la vita di alcune donne che possono essere figlie, madri e mogli devote alla propria famiglia, con l’unico dettaglio che la loro famiglia è il clan, perché loro sono camorriste. Questa serie penso che faccia luce sul fatto che anche se non si parla mai di donne nella mafia, le donne coinvolte in tutto questo sono molte più di quanto si pensa.