Il 21 marzo di ogni anno dal 1996 si ricordano le vittime innocenti delle mafie. È stata scelta questa data perché corrisponde al 1 giorno di primavera. Il prossimo 21 marzo ricorrerà la 20 esima edizione della giornata della memoria e del ricordo delle vittime innocenti delle mafie, la manifestazione si svolgerà a Milano. Questa sarà la piazza principale ma in altre centinaia di piazze, Europa, Africa, si svolgerà la stessa giornata essa sarà caratterizzata dalla lettura dei nomi delle vittime e le testimonianze dei familiari, attraverso le testimonianze si deve poter riflettere sulla persona come “vittima” e sul diritto che ciascun familiare ha di conoscere la verità. Allo stesso tempo deve essere il contesto dove poter denunciare la presenza di organizzazioni criminali mafiose. La lettura dei nomi e della storia e il modo per ricordare alle mogli e ai figli la presenza “viva” del familiare ucciso. Ogni anno questa manifestazione è accompagnata da uno sloogan quest’anno esso sarà “è possibile”. Tra le tracce indicate ho scelto di ascoltare la testimonianza di Mara fonti donna di una famiglia che si è sempre rifiutata di pagare il pizzo e per questo l‘ndrangheta ha dato fuoco alla fabbrica. Il marito è stato vittima di un agguato mangio so tornando da lavoro è ancora oggi dopo 30 anni e in attesa di giudizio è il figlio giornalista da 2011 vive sotto scorta. E la storia di una donna “forte” e dagli anni 80 deve confrontarsi ogni giorno con lo stesso avversario. Una delle tante storie che si possono ascoltare come esempio della criminalità mafiosa, dove vincono sempre loro che colpiscono e rimangono impuniti. I familiari che non hanno avuto giustizia sono avvolti da solitudine perché non hanno mai potuto conoscere la verità è veder fatto giustizia al loro “caro”. Il 21 marzo rappresenta il luogo e il modo dice queste famiglie possono non sentirsi più sole ascoltando storie simili alle loro. Queste persone hanno bisogno di ritrovarsi, di confrontarsi, e attraverso queste storie crudeli sentirsi in qualche modo uniti. La paura che vivono ogni giorno è tanta, ma non ferma le parole, la solidarietà. Queste battaglie devono essere fatte perché come esseri umani non bisogna vivere incatenati, in ginocchio. La vita non ti lascia scampo, la verità giudiziaria non sempre uguale a quella dei fatti, la giustizia è sempre difficile da raggiungere.