La donna in giacca blu. Emanuela Loi
Emanuela Loi fu la prima agente donna della Polizia di Stato a essere uccisa in servizio. Nel 1991 venne assegnata alla scorta di Paolo Borsellino.
Quando aveva la mia età, lei frequentava l’ istituto magistrale insieme a sua sorella; Emanuela aveva il sogno di diventare maestra però decise di partecipare a un concorso di polizia. Superò l’esame e fu ammessa con il massimo dei voti ai sei mesi di addestramento a Trieste. Lei era molto legata alla sua famiglia e al fidanzato che vivevano in Sardegna, ma fu destinata ad andare a Palermo, lontano da casa sua. Il 17 luglio, di rientro da un periodo di ferie in Sardegna, fu assegnata alla scorta di Paolo Borsellino, che nell’ incontrarla disse: «E lei dovrebbe difendere me? Dovrei essere io a difendere lei». Il primo giorno di scorta andò bene, invece il secondo no … Emanuela e i suoi colleghi erano in via d’ Amelio, dove Paolo doveva salutare l’anziana madre. Proprio nel momento in cui il giudice ed Emanuela scesero dall’auto, una Fiat 126 esplose. Non era giusto che andasse così. Ho letto diversi articoli però ho scelto questo perché racconta bene la vita e quanto successo a Emanuela Loi.
Ho scelto di associare a questo articolo la carta “forza e debolezza” perché Emanuela era una donna forte, ma allo stesso tempo debole: stare lontani dalla nostra famiglia, dalla nostra casa e dalla nostra terra ci rende tutti un po’ più deboli, secondo me, perchè ci toglie il sostegno di chi ci vuole bene.