Lia Pipitone: la ragazza che sognava la libertà

6 Gennaio 2021

Lia Pipitone era una ragazza appassionata d’arte e amante della lettura e della scrittura. Uccisa dalla mafia per un solo motivo: sognava la libertà. Suo padre, boss mafioso, era ossessivo e opprimente nei suoi confronti. Approvò lui stesso l’uccisione di Lia, perché la ragazza aveva disonorato la famiglia. Lia, infatti, non voleva rinunciare ad un amore, non voleva chiudere una relazione extraconiugale. Il suo desiderio era quello di essere indipendente e per realizzarlo ha dovuto pagare un prezzo molto alto: la vita. Era stata progettata una rapina in una sanitaria, in realtà una messa in scena. Lia si trovava lì per una telefonata e fu proprio in quel luogo che perse la vita. La sua storia la ritengo significativa in quanto le vengono spezzati prematuramente sogni e ideali, che solo dopo più di trent’anni la giustizia riconosce. Il video scelto l’ho trovato su youtube. In questo video compare prima Alessio: il figlio di Lia. Oltre ad essere una giovane ragazza, era anche una madre, che lasciò suo figlio di soli 4 anni. Compaiono anche delle tavole dove Lia è protagonista, incentrate sul messaggio di libertà che voleva mandare. Allego la carta oppressione/diritti: Lia, vissuta all’ombra dell’oppressione del suo stesso padre, morta per il diritto, non riconosciuto, di libertà.


Zaira

Sulmona

Istituto Superiore Ovidio

1B

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