Minacce di morte al conduttore di Report
Ho trovato questo video di facebook, dove Sigfrido Ranucci intervista il pregiudicato Francesco Pennini in cui gli rivela che i Madonia volevano ucciderlo nel 2010 dopo la pubblicazione del libro “il patto”, scritto dallo stesso Ranucci e da Nicola Biondo.
Pennini in quel periodo si trovava in carcere e aveva incontrato alcuni componenti della famiglia Madonia. Non fu messo in atto perché stoppato da Matteo Messina Denaro, personaggio più influente della mafia e tuttora latitante.
Ranucci non immaginava che il suo libro avrebbe suscitato simili reazioni, pensando che il pericolo fosse passato, perché ciò di cui ha parlato nel libro apparteneva ad un periodo ormai trascorso.
L’intervista risale al 2015. Solo quest’anno Sigfrido ha deciso di parlare delle sue minacce a storie italiane su rai 3.
Ho deciso di parlare di questo argomento perché è abbastanza recente e mi ha colpito il fatto che i Madonia si siano irritati su delle cose che li riguardavano ma di molto tempo fa.
Con la storia del conduttore report, si capisce quanto tutti noi siamo sottomessi dalla mafia in generale, e quanto sia pericoloso opporsi a essa. Io penso che Sigfrido Ranucci sia stato molto fortunato al contrario di molte altre persone, come Maria Chindamo, sparita nel 2016. Solo quest’anno si è scoperto che fu uccisa dalla mafia e data in pasto ai maiali perché aveva rifiutato di cedere alla mafia i suoi terreni agricoli.
Una notizia sconvolgente che incute paura a tutti compresa me.
Non è sbagliato ribellarsi alla mafia, è sbagliato affrontarla da soli. Volendo potremmo sconfiggerla ma solo se siamo tutti uniti.
Il problema è che si ha paura, le persone che hanno il coraggio di alzare la testa sono poche. Io personalmente ammiro Maria per il suo coraggio come ammiro Falcone e Borsellino e tutte le altre persone che si sono opposte.
Ho scelto la carta illustrata libertà/schiavitù perché per me siamo tutti schiavi della mafia, non abbiamo la libertà di pensiero, di stampa, di far sentire la nostra voce.
Siamo obbligati a tenere la testa bassa e sarà così finché non arriverà il giorno in cui tutti combatteremo per la nostra libertà.