Omicidio Calabresi
Il 17 maggio del 1972 fu assassinato, con due colpi di pistola, il commissario Luigi Calabresi, l’uomo che morì per colpa di una campagna diffamatoria creata da chi lo riteneva responsabile della morte di Giuseppe Pinelli, l’anarchico precipitato dalla finestra della questura di Milano
Luigi Calabresi nato il 14 novembre 1937, era laureato in legge con una tesi sulla mafia, era un uomo religioso e preparato sin da giovane a lavorare nella Polizia.
Prima di raccontare la morte di Luigi Calabresi, dobbiamo tornare indietro alla morte di Giuseppe Pinelli e alla strage di piazza Fontana.
Il 12 dicembre 1969, ben cinque attentati vennero organizzati nello stesso giorno, nell’arco di un’ora. Quattro bombe esplosero, tranne una. I colpevoli furono i gruppi estremisti, e tra le 80 persone fermate si trovava anche Giuseppe Pinelli.
Per l’interrogatorio, Pinelli fu convocato da Luigi Calabresi, e tra giorni dopo, verso la mezzanotte, Pinelli cadde dal balcone della stanza nella quale lo stavano interrogando.
Molte furono le versioni, si partì dal suicidio, per arrivare a morte accidentale e infine a malore attivo.
Dopo la sua morte, furono molti i manifesti che accusavano Calabresi di essere il responsabile della sua morte.
Arriviamo al 3 dicembre 1972, quando Calabresi scrisse una nota sul giornale, affermando che 2 ragazzi lo stavano pedinando. Il commissario possedeva una Beretta, ma era nascosta casa. “Non la porto perché non avranno mai il coraggio di spararmi guardandomi negli occhi”, disse Luigi alla moglie “Se mai decidessero di spararmi lo faranno alle spalle. E allora, avere una pistola non mi servirebbe a niente”.
E così finì la vita del commissario. Con 2 colpi di pistola, il 17 Maggio 1972, lascia 2 figli piccoli e la moglie in dolce attesa.
Per anni non ci furono colpevoli, ma nel 1988 si riaprì il caso. Leonardo Marino, ex militante di Lotta Continua, fece i nomi di Adriano Sofri e Giorgio Pietrostefani come mandanti. L’esecutore era Ovidio Bompressi.
Furono tutti contattati in via definitiva.