Rita Atria la “piccirida” che si ribellò alla mafia
Rita era una vittima di mafia alla quale aveva deciso di collaborare con la giustizia. Anche se dalla società era criticata perchè era la figlia della boss. Rita era una ragazza alla quale 11 anni aveva perso il padre perchè ucciso dalla mafia per il motivo che si era opposto all’ ingresso della droga nel loro paese.
Rita era arrabbiata e voleva vendicare la morte del padre ma nelle famiglie mafiose il giuramento e la vendetta non può essere stata dalla femmina ma da un figlio maschio. Il fratello di Rita giura così vendetta però intanto faceva affari con gli assassini del padre. il fratello di Rita era uno spacciatore quindi non riuscì a coincidere il programma di vendetta verso il padre ma alla fine venne ucciso ugualmente dalla mafia. Rita decise di collaborare insieme alla cognata Piera con la giustizia. Rita entra nel programma di protezione nel 1991 ed elenca una serie di nomi durante l’interrogazione con il magistrato Alessandra Canassa; Rita trasforma la sua vendetta in giustizia che tratta nel suo tema dell’ esame dopo la strage di Rapaci. Rita viene rinnegata dalla madre stessa e dalla sorella che abitava a Milano la quale rifiutava di incontrarla. Rita attraverso un momento di solitudine e decise l’appoggio di Paolo Borsellino il quale le trovo un appartamento nel centro di Roma in via d’ Amelio subito dopo la strage di via d’Amelio. Rita viveva un periodo di solitudine e reclusione decise di suicidarsi perchè sapeva che l’ avrebbero comunque ritrovata uccisa . Rita non si considerava solo vittima di mafia ma anche dello stato in più anche vittima di una società civile appunto perchè viveva dietro l’etichetta di essere una figlia di un boss mafioso; tanto è vero che a Rita non venne fatta un degno funerale è parteciparono pochissime persone del paese. Ho scelto questo contenuto perchè mi ha colpito l’ impegno di questa associazione dedicata a Rita in quanto non era solo vittima di mafia come si descriveva lei ma faceva parte di un sistema creato da noi stessi con il nostro voto e le nostre scelte di comportarsi in modo sbagliato . Ho associato paura e coraggio perchè Rita è stata una testimone che ha messo a disposizione la propria vita per portare avanti da sola le proprie idee e di testimoniare con il suo vissuto l’ importanza di trasmettere ai giovani delle famiglie mafiose l’opportunità di fare conoscere un mondo fuori dal loro. Una frase con cui condivido il pensiero di Rita presa dal diario di Rita è questa ” forse un mondo onesto non esisterà mai ma chi ci impedisce di sognare, forse se ognuno di noi prova a cambiare. forse ce la faremo”.