A volte le persone sono troppo acide
Maria Concetta Cacciola era una donna di origini calabresi nata in una famiglia ‘ndranghetista, venne costretta a sposarsi a 13 anni con Salvatore Figliuzzi, un uomo violento che nel 2002 finì in carcere perché affiliato a un clan mafioso. Maria era stanca di vivere così, voleva dare un futuro migliore ai suoi figli e decise quindi di collaborare con la polizia l’11 maggio 2011. Venne messa nel programma protezione testimoni e iniziò a spostarsi in tutta Italia, purtroppo non potè portare con sé i suoi figli. I suoi parenti le dissero che se avesse ritrattato l’avrebbero perdonata e le avrebbero permesso di vedere i suoi bambini, lei non ci credette, ma la mancanza dei figli era troppo forte e accettò. Il 20 agosto 2011 venne trovata morta dopo aver ingerito dell’acido muriatico. I famigliari la fecero passare per depressa e pazza, sostenendo che si fosse suicidata…qualche anno dopo vennero tutti arrestati. A Maria sono dedicati due presidi di Libera, uno al nord, quello dell’Alto Mantovano, e uno al sud, quello universitario di Catanzaro… 1000 chilometri che attraversano tutta l’Italia. Di questa donna mi hanno colpito la determinazione e la sensibilità: Maria ha avuto la forza di mettersi contro la sua famiglia per il bene della giustizia e non ha mai smesso di pensare al bene dei suoi i figli perché tutto quello che stava facendo era per loro. Ho scelto questo articolo perché mi è sembrato quello che racchiudeva più cose in maniera meno dispersiva, oltretutto è stato fatto da libera che so essere una fonte affidabile. Ho trovato questo articolo su vivi.libera.it digitando Maria Concetta Cacciola
Associo questo articolo a “fragilità-vigore” perché questa donna è stata molto coraggiosa e fedele a quello in cui credeva impegnandosi nella lotta contro la mafia, ma purtroppo ha avuto la fragilità che ogni madre ha, ovvero la preoccupazione per i figli che l’hanno spinta a tornare in quell’inferno.