Coraggio e paura

26 Gennaio 2021

La ricerca che ho eseguito riguarda una collaboratrice di giustizia, Rita Atria, nata a Partanna (Trapani) nel 1974 e morta a Roma nel 1992, poco dopo l’attentato al giudice Paolo Borsellino.
Ho trovato informazioni su di lei attraverso una ricerca su Google partendo dalla parola chiave “collaboratore di giustizia”.
Su google ho trovato la fonte “ENCICLOPEDIA DELLE DONNE” e ho letto la biografia di Rita Atria: una ragazza diciottenne, proveniente da una famiglia di mafiosi a Trapani, dove vengono uccisi il padre Vito Atria e il fratello Nicola. La moglie di Nicola trova il coraggio di denunciare gli assassini mafiosi ed entra in un programma di protezione trasferendosi a Roma.
Rita così decide di seguire l’esempio della cognata Piera: si presenta davanti al magistrato paolo Borsellino e gli racconta tutto ciò che sa della sua famiglia mafiosa. Grazie a lei verranno arrestati e condannati decine di mafiosi.
La ragazza si affeziona molto al giudice Borsellino con il quale si confida e si sente protetta; scrive anche un diario in cui dimostra molta sensibilità e voglia di riscatto e in cui condanna la cultura mafiosa.
Quando però tra maggio e luglio del 1992 muoiono i giudici Falcone ma soprattutto il suo “amico” Borsellino, Rita perde ogni speranza e decide tragicamente di suicidarsi, buttandosi dal quinto piano del palazzo in cui la
polizia la proteggeva dalle vendette mafiose.

Su youtube ho trovato un video riguardante la biografia della ragazza commentato da Nadia Furnari fondatrice dell’Associazione Rita Atria, a lei dedicata perché il desiderio della ragazza era educare i ragazzi e insegnare
loro che c’è un altro mondo oltre quello della mafia.
Ciò che mi impressionato è stato la giovane età e il coraggio della ragazza e poi altri aspetti inquietanti: Rita non ha potuto avere un funerale, i presenti in Chiesa giravano le spalle in senso di protesta, mentre il sacerdote all’omelia dice di perdonarla perché ha rovinato molte famiglie (riferendosi ai mafiosi denunciati); e poi la madre di Rita che si è vergognata di lei e l’ha disconosciuta; la ragazza è stata abbandonata dallo stato, non è stata aiutata
adeguatamente, non le ha dato la sicurezza che le ha offerto solo il giudice Borsellino.
Mi ha fatto riflettere il fatto che Rita con la sua morte continua a vivere. Ma soprattutto mi è piaciuta una frase che ha scritto nel suo diario: “Prima di combattere la mafia devi farti un esame di coscienza e poi, dopo aver sconfitto la mafia dentro di te, puoi combatterla nel giro dei tuoi amici. La mafia siamo noi e il nostro modo sbagliato di comportarci”.
Collego questo personaggio alla figura “CORAGGIO E PAURA” perché Rita Atria ha sicuramente avuto coraggio ma comprensibilmente avrà anche avuto paura di denunciare, di cambiare vita e di affrontare il futuro incerto.

Ho scoperto anche che esistono dei film che riguardano questa ragazza e spettacoli teatrali come:
• “Non parlo più” Fiction RAI di V. Nevano 1992

• “Diario di una siciliana ribelle” di M. Amenta 1997

• “Una storia disegnata nell’aria” spettacolo teatrale di Guido Castaglia
https://www.facebook.com/CasaTeatroRagazzi/videos/questa-mattinaha-debuttato-lo-spettacolo-di-nonsoloteatro-compagnia-teatraleun/1148773028538609/


Francesco

Torino

ISTITUTO BODONI-PARAVIA

5AT

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