Recensioni del film LA NOSTRA STRADA

di Pierfrancesco Li Donni

 

Francesco Foschini su Taxi Drivers
6/10/2019

La nostra strada – titolo provvisorio cui è stato affiancato Work in Progress e presentato nella sezione Alice nella città dell’ultima Festa del Cinema di Roma – è il racconto di quattro tredicenni (Desirée, Simone, Daniel, Morena) alle prese con la quotidianità frustrante del quartiere Zisa, noto per essere uno dei maggiori fulcri palermitani i cui i tassi di disoccupazione e di dispersione scolastica sono arrivati a livelli agghiaccianti. 


Maria Emilia Ambrogioni su Sentieri Selvaggi
11/06/2020
 
Il documentario La Nostra Strada di Pierfrancesco Li Donni, in concorso al 16° Biografilm Festival, è una sorta di racconto di formazione sull’abbandono scolastico, durante una fase della crescita piuttosto delicata, che designa la fine di un percorso e l’inizio di un altro. Si tratta di una storia lunga un anno, durante il quale i ragazzi vivono la loro adolescenza, sullo sfondo della Palermo attuale – dove, più in alto dei campi e delle stalle, compaiono tanti condomini dai balconi ammassati e ancora divampano i fuochi del vecchio rituale, illegale ma tollerato, dedicato a Santo Stefano.


Vittoria Scarpa su Cineuropa
17/06/2020

“Non siamo più bambini, che pensiamo ai sogni. Ora dobbiamo pensare ai soldi”. Una frase amara e disincantata che, se pronunciata da una ragazzina di 13 anni, suona mille volte più dura. È questa la realtà in cui si cala il regista Pierfrancesco Li Donni (Loro di Napoli) con il suo nuovo documentario, La nostra strada [+], proclamato miglior film del concorso italiano al recente Biografilm Festival, la cui 16ma edizione si è svolta online. 


Eleonora Degrassi su Cinematographe
9/08/2020
 
Desirée, Simone, Daniel sono quattro ragazzini delle medie. Sono belli e scontrosi a volte, hanno quella bramosia, tipica della loro età, di mangiarsi la vita; è difficile per tutti e lo è un po’ di più per loro perché vanno a scuola nel quartiere Zisa di Palermo – la disoccupazione tocca punte del 50%, i ragazzi lasciano gli studi una volta superata l’età dell’obbligo, se non prima, e con il record cittadino di minori segnalati per reati -. Lì è facile lasciare la scuola perché ci sono urgenze, doveri da cui non si può fuggire e gli adolescenti devono vivere senza sogni. Ad accompagnare i tre ragazzi c’è un insegnante speciale, Giovanni Mannara, che si prodiga per i suoi ragazzi, che vuole aiutarli a scegliere cosa fare da grandi.