Cinemovel Foundation

L’avventura fantastica della tecnologia.
Massimo Temporelli racconta Trasversalmente. La Scatola Magica

Intervista a Massimo Temporelli, fisico e divulgatore, presidente di TheFabLab e direttore scientifico di Trasversalmente. La Scatola Magica per Cinemovel Foundation.

Per il progetto educativo di Cinemovel Trasversalmente. La Scatola Magica, hai costruito l’impianto dei laboratori, sviluppando un approccio alle discipline scientifiche che vorrebbe ri-motivare all’apprendimento. Quale è stata l’idea progettuale generale e come è stata calata in ciascun territorio?

All’inizio del percorso, insieme a Cinemovel parlavamo della povertà educativa, dell’abbandono scolastico sempre più dilagante, e si cercava di ragionare su come affrontare il problema attraverso un processo fondato sul fare esperienza, sull’osservazione, sulla sperimentazione e sul valore dell’errore. Mentre discutevamo su questi argomenti, non ho potuto fare a meno di pensare alla celebrazione del cinquecentesimo di Leonardo da Vinci. Allora mi sono detto: perché non usare il personaggio di Leonardo, magari ripensato e modernizzato in una chiave di lettura più vicina ai ragazzi? Leonardo da Vinci è perfetto per le discipline STEM. Oggi possiamo dire, usando parole che alla sua epoca non esistevano, che era uno scienziato, un ingegnere, usava la tecnologia e amava la matematica (il suo migliore amico a Milano era Luca Pacioli, uno dei più grandi matematici del Cinquecento). Ho pensato quindi che potevamo lavorare a stimolare la parte più passionale ed empatica della scienza e della tecnologia, utilizzando un personaggio come Leonardo, che quest’anno celebriamo. La sfida quindi era mettere insieme l’universo leonardiano, con le sue macchine fantastiche e la sua passione per le materie scientifiche, tecnologiche, ingegneristiche e matematiche, con il mondo dell’immagine in movimento.

Nel dibattito sull’uso della tecnologia tra i giovani si è spesso cercato di attribuire un effetto straniante e non troppo positivo nella loro crescita. Sembra invece che per questo progetto si voglia dimostrare l’esatto opposto. In che modo, secondo te, è possibile usare la tecnologia come strumento per aiutare i ragazzi nelle loro scelte e nel loro sviluppo?

Per me la tecnologia è umana. È creatività, fantasia, avventura. Il modo potrebbe essere quello di raccontare e andare alla ricerca di tutti quegli uomini e quelle donne che nella loro vita e nelle loro opere hanno creato tecnologia: Thomas Edison, Ford, Steve Jobs, lo stesso Albert Einstein, non erano solo logici o matematici, ma erano soprattutto appassionati di quello che facevano e raccontavano al mondo quello che vedevano prima degli altri, questo per me è paragonabile a scrivere un romanzo d’avventura; così come chi disegna oggi il proprio futuro, la propria vita utilizzando le tecnologie non deve essere considerato un folle. Il fatto di poter utilizzare l’intelligenza artificiale, i robot, i computer, i telefoni, i social networks migliora la vita dell’uomo e questo bisogna dirlo con forza. Una volta si scrivevano le lettere e questo ci sembra qualcosa di “umano” e “naturale”, ma in realtà la lettera è una tecnologia, così come l’inchiostro o la penna. L’uomo migliora la sua esistenza utilizzando le tecnologie, in modo non solo funzionale, ma anche umano, in senso culturale. Bisogna incominciare a pensare che questi strumenti, questi oggetti artificiali che da sempre costruiamo servono per arricchire la nostra vita e non per annientare la specie umana, e questo Leonardo lo aveva capito molto bene, esplorando ogni giorno nuove tecnologie senza paura e con molta curiosità. 

Nonostante i grandi cambiamenti attuati dal Ministero per introdurre le tecnologie nelle scuole, c’è ancora molta resistenza nelle sue possibilità di utilizzo. Quali consigli daresti ai docenti per poter usufruire al meglio delle tecnologie nella didattica?

Sicuramente consiglierei di non focalizzare l’attenzione sulle tecnologie, ma sulla progettazione, cioè integrando nella propria progettazione strumenti tecnologici, perché al contrario il rischio è che la tecnologia diventi appannaggio solo di chi effettivamente insegna materie scientifiche. Se invece nella lezione di storia il docente offre la possibilità di costruire un videogioco insieme agli studenti, utilizzando  un programma semplice come Scratch, che preveda per esempio il racconto di Giulio Cesare e le Idi di Marzo, questo diventa un modo per aiutare i ragazzi a memorizzare meglio i contenuti. Progettare la propria lezione didattica integrando la tecnologia significa pensarla come uno strumento progettuale: la utilizzi per quello che ti serve senza doverne diventare un esperto. Ogni studente e ogni docente dovrebbe avere l’opportunità di fare laboratori e di imparare a usare la tecnologia anche solo per sperimentare. Una volta si pensava che la tecnologia fosse troppo difficile da usare, e questo era colpa dei tecnologici stessi. Oggi però non è più così, ci sono tantissime aziende che producono strumenti semplificati per le scuole che permettono a tutti, anche a un docente poco esperto, di integrarli all’interno delle proprie lezioni.