La pragmatica mafiosa
Ho trovato questo contenuto su VNY (la voce di New York), digitando su Google “la pragmatica mafiosa“.
Questo articolo è un intervista fatta a Giuseppe Paternostro (un ricercatore di linguistica italiana), riguardo il suo libro: “il linguaggio mafioso“. Gli vengono poste tante domande sul sistema di comunicazione dei mafiosi, come ad esempio se sono presenti detti, codici, riti, segni, silenzi ecc…
Ho scelto questa intervista perché, intanto, volevo approfondire la scorsa ricerca, concentrandomi in specifico su un particolare, ovvero la pragmatica. Ho deciso di prendere in particolare questo articolo perché i quesiti rivolti a Paternostro, mi hanno incuriosito molto. Se fossi stata io ad intervistarlo, gli avrei posto le stesse identiche domande. Inoltre le sue risposte mi sono sembrate chiare ed interessanti.
Lo associo all’illustrazione silenzio/voce.
Ho scelto questa illustrazione perché nel sistema di comunicazione dei mafiosi, sono presenti sia parole e detti espressi quindi a voce, ma anche segni, gesti, e silenzi che senza dire nulla, hanno lo stesso valore di un discorso. Infatti non saprei proprio dire cos’è più difficile da intercettare e comprendere: il silenzio o la voce?