Ribellarsi alla mafia è possibile
Storie parallele di due imprenditori, Filippo Cogliandro in Calabria, Gianluca Maria Calì in Sicilia. Hanno detto no al pizzo costruendo così un futuro diverso.
Storie parallele di due imprenditori, Filippo Cogliandro in Calabria, Gianluca Maria Calì in Sicilia. Hanno detto no al pizzo costruendo così un futuro diverso.
Franco Coco Trovato nasce a Mercedusa , in Calabria, nel 1947 e giunge a Lecco nel 1967, dove comincia il suo dominio criminale. Quest’ultimo di espande negli anni 80 creando il clan Coco Trovato, che vedeva alleate più di 1400 persone tra Lecco e la Brianza.
Tutti noi sappiamo cos’è la mafia, anche tramite storie, libri, film, videogiochi ma questi tendono come sempre a cadere nello stereotipo.
Ho trovato questo articolo su internet, e racconta cosa successe durante il rapimento Bulgari-Calissoni, ma dal punto di vista della figlia Laura.
Questo articolo parla dell’ultima frontiera della mafia, le opere d’arte che si trasformano in una moneta virtuale per fare affari. Anche con quadri di pittori famosi e non solo, anche di quelli meno conosciuti, comprandoli a cifre esorbitanti.
In questo video si vede lo scrittore e giornalista Roberto Saviano che parla della loro demolizione e di come questo gesto non è comunque abbastanza per salvare Napoli.
Secondo me questa intervista fa riflettere molto su come si sentono i pentiti dopo aver testimoniato contro la mafia, perché anche se si testimonia contro la mafia con l'idea di raggiungere la libertà, dopo ciò si può cadere schiavi dell'ansia e della paura di essere uccisi da un momento all'altro.
Gli eroi non sono solo coloro che combattono la mafia ma anche coloro che hanno il coraggio di parlarne, come la storia di Mario Francese, un noto giornalista che lavorava al “Giornale di Sicilia” esattamente il 26 gennaio del 1979 fu ucciso per aver scoperto delle informazioni private, riguardanti la mafia.
Ho scelto di condividere questo video perchè ho voluto approfondire sulla morte del piccolo Giuseppe Di Matteo, figlio del primo pentito di mafia Santino Di Matteo. Fu uno dei delitti di mafia più atroci: Giuseppe venne tenuto in ostaggio 779 giorni, durante i quali cambiò spesso covo e giocò interminabili partite alla play station proprio con Giovanni Brusca.
Sono temute e riverite ma anche sfruttate sottomesse, regine e schiave, boss in gonnella. La donna è abituata a tacere.
Ho scelto questo video perché vedendo un lavoro di un mio compagno riguardante una giornata di Rina in pretura, mi è venuto spontaneo chiedermi: "come si è organizzata la mafia dopo la morte di Rina?"
Parla Santino Di Matteo, il padre del bambino ucciso e sciolto nell'acido su ordine di Totò Riina.
In questo video, Lirio Abbate, parla di Matteo Messina Denaro e del suo libro, intitolato "U siccu", dove ci parla di quello che si sa su questo criminale mafioso.
In questo video,Sebastiano racconta della sua vita da mafioso e degli errori che ha fatto, invitando i ragazzi a non intraprendere la sua stessa strada perchè porta solo al carcere, all'infelicità e spesso anche alla morte.
Leggendo alcune notizie sulla mafia, mi è balzata all'occhio quella dell'arresto di Tommy Parisi, il figlio del boss mafioso Savinuccio Parisi; così per documentarmi ho cercato un video su youtube che raccontasse l'accaduto.
Il 9 maggio 1978 Peppino Impastato viene trovato morto accanto ai binari di una ferrovia; al momento del ritrovamento il corpo è praticamente irriconoscibile.
La Strage di Capaci è un evento accaduto nella mia terra, la Sicilia. Dopo aver cercato argomenti diversi quello che mi ha colpito di più e che ho trovato interessante è proprio questo.
Piero Badaloni intervista il giornalista Paolo Borrometi riguardo alle minacce da parte dei mafiosi con cui convive da molto tempo e per cui è costretto a vivere sotto scorta. Ho scelto questo contenuto perché mi ha colpita la tenacia, la determinazione e il senso del dovere di quest'uomo che a costo di dire la verità e di parlare, ha messo e mette tutt'ora a rischio la propria vita, dopo alcune vacillamenti.
Giancarlo Siani è un’altra figura che va ricordata nella lotta alla mafia. Era un giornalista e venne ucciso proprio dalla mafia quando aveva 26 anni. Lavorava al “Mattino” di Napoli e si era sempre interessato alla camorra nelle zone di Torre Annunziata.
La mafia nasconde tanti lati del suo aspetto. La mafia cambia significato al termine "rispetto",perché rispetto non significa sottomissione, ma riconoscimento del valore dell'altro, invece la mafia è violenta e crudele e nasconde il suo lato oscuro.
Nel diario di Annalisa si trovano molte considerazioni sul degrado del suo quartiere: "Le strade mi fanno paura. Sono piene di scippi e rapine. Quartieri come i nostri sono a rischio" o anche semplicemente "vorrei fuggire, a Napoli ho paura".
La mafia non è cambiata, c’era e c’è ancora» il video parla di un bambino, figlio di un mafioso che si è pentito di essere entrato a far parte della mafia, per vendicarsi i mafiosi hanno preso il bambino di 13 anni lo hanno rapito, soffocato e il corpo lo hanno sciolto nell’acido.
Ho scelto di parlare di Graziella Campagna una ragazza vittima di mafia, perché molte persone non conoscono la sua storia e ci fa capire che la mafia non risparmia nessuno.
In questo servizio di Striscia la Notizia, infatti, si evince come la popolazione abbia paura e si rifiuti di fare una foto con delle scritte diffamatorie nei confronti dell'organizzazione criminale. Da qui, si evince il potere della campagna di controllo e di paura sulle masse perpetrata dalla mafia stessa.
Emanuela Loi è stata un'agente di Polizia italiana, morta nella Strage di via D'Amelio (attentato di cosa nostra a Paolo Borsellino), immedesimandomi in Emanuela posso comprendere la paura che ha avuto in quel momento ma al contempo non ha mai smesso di essere coraggiosa.
Graziella, una mia coetanea, vittima del caso, la cui unica colpa è stata aver trovato una piccola agenda. Mi stupisce e rattrista come molte cose avvengano a qualche decina di minuti da dove mi trovo; storie come queste di cui non sapevo nulla e, di cui sono venuto a conoscenza grazie a questo progetto. Storie che ci fanno capire l’importanza, l’urgenza, la necessità di combattere la mafia e la criminalità. Storie che ci fanno capire l’importanza di conoscerle e, di tenere a mente quanto possa essere crudele l’uomo.
In questo post la scuola di Pisa, insieme a tutto il corpo studentesco ha realizzato un'aggregazione in memoria di un loro compagno ucciso dal padre mafioso.
Ho scelto la storia di Graziella Campagna perché era una ragazza qualunque, che non aveva nulla a che fare con la mafia. Mi ha colpito molto il fatto che si possa diventare bersaglio di criminali anche per una casualità. La sua è una famiglia per bene che ha subito continue ingiustizie: tentativi di scarcerazione degli assassini, querele per diffamazione e infine gli insulti oltre al dolore per averla persa. Graziella e i suoi cari non si meritavano questo, come i tantissimi altri familiari di vittime di mafia.
Ho scelto questo video perché mi ha colpito come un argomento così delicato e malinconico possa essere proiettato sotto un punto di vista ironico ma allo stesso tempo importante.
Ho voluto inserire questo video, che è l’anteprima del film “Liberi Di Scegliere” perché è stato a mio avviso un film molto coinvolgente ma soprattutto molto significativo perché mi ha fatto molto riflettere sull’importanza di vedere la vita sotto altri punti di vista. Il film racconta la storia di un giudice dei minori, Marco Lo Bianco, il quale ha il desiderio di “strappare” i ragazzi e i bambini dalle famiglie della 'ndrangheta. Questo film si basa principalmente sulla storia di Domenico, nato in una famiglia mafiosa, e il giudice che fa di tutto per allontanarlo dalla sua famiglia solo per il suo bene.
Graziella Campagna aveva solo diciassette anni, veniva da una famiglia numerosa e amorevole di Saponara Superiore e lavorava in nero come stiratrice in una lavanderia, per aiutare la madre e il padre a mantenere gli altri sette fratelli. L'unica sua "colpa" fu quella di aver estratto, da una camicia che doveva lavare, un'agendina di un boss mafioso e in quel momento, accidentalmente, tra le sue mani passarono segreti che nessuno doveva sapere.
In questa intervista, Gaetano Puzzangaro, uno dei killer di Rosario Livatino, parla del giorno in cui lui e i suoi compagni della Stidda lo hanno ucciso senza alcuna pietà. Puzzangaro racconta di avere ancora impresso nella mente lo sguardo del giudice prima dell'uccisione e di come, dopo anni, ha capito di aver fatto un errore e dice che avrebbe preferito morire piuttosto che fargli del male perchè togliere la vita ad una persona non è giusto.
Questo video trovato su youtube, mostra la ridenominazione del carcere Ucciardone in memoria dell'uccisione di Calogero Di Bona, agente di custodia che vi prestò servizio fino alla sua morte, voluta dalla mafia e avvenuta nel 1979. Il suo assassinio è ancora avvolto nel mistero e il suo killer non è mai stato identificato.
Questo piccolo pezzo del film: Mery per sempre, mostra all'interno di un'aula di un carcere minorile, un professore che rimprovera un ragazzo, nonché figlio di un mafioso, per aver cercato di picchiare un suo compagno di cella. Il ragazzo allora si difende dalle accuse, stuzzicando e deridendo il professore. L'insegnante allora intraprende un semplice, ma diretto discorso che lascia il ragazzo senza parole, e dà occasione al resto della classe di poter ragionare sulle sue parole.
Questo libro scritto da Luigi Garlando ha come narratore del libro il piccolo Giovanni, un bambino di 9 anni nato e cresciuto a Palermo.
Nel 1993 Giovanni Brusca rapì Giuseppe Di Matteo. Poco prima suo padre, affiliato di Cosa Nostra, decise di rivelare alla giustizia ciò che sapeva sugli attentati di mafia. Per questo motivo i mafiosi di Cosa Nostra lo sequestrarono e nel 1996 lo uccisero.
Hai una voce? Grida. Per te. Per chi non ce la fa. Per chi non ce l'ha fatta. Per mettere alle strette chi si muove e si sente forte dietro un muro di silenzi. Grida, fallo contro l'indifferenza. Non deve esistere il silenzio, non deve esistere la legge del più forte. "La mafia uccide. Il silenzio pure."
Antonino Agostino e la moglie Ida Castelluccio potranno riposare in pace perché il loro presunto assassino è stato catturato ed è stato condannato alla pena massima(l'ergastolo) grazie alle numerose prove contro di lui.
L’ho scelto perché argomenta diversi punti di vista della vita di Lea Garofalo e mi hanno colpito molto le parole usate nei vari articoli, ad esempio la lettera che scrive Lea al Presidente della Repubblica.
Ho trovato questo video su internet, cercando “donne uccise dalla criminalità”, l'ho scelto perché è una storia toccante e mi ha interessata.
Antonino Agostino, agente di polizia alla questura di Palermo, il 5 agosto 1989 era a Villagrazia di Carini, con la moglie Ida Castelluccio, sposata appena un mese prima. Sua moglie era incinta di quello che sarebbe stato il loro primo figlio. Mentre entravano nella villa di famiglia per festeggiare il compleanno della sorella di lui, un gruppo di sicari in motocicletta arrivarono all’improvviso e cominciarono a sparare sui due.
Questo video parla di Luigi Bonaventura, un ragazzo, che fin da bambino è stato arruolato dalla famiglia in un’associazione mafiosa, nota come ‘Ndrangheta. Ho associato questo video all’illustrazione Paura/Coraggio, perché a Luigi tutto ciò sembrava un gioco, tenere la pistola tra le mani, usarla e farsi del male.
"Il Coronavirus è una grande occasione per le mafie. Sono pronti a fare shopping nella ristorazione e alberghi. Le mafie comprano tutto ciò che in questo momento è in vendita. Bisogna fare presto a dare soldi", parla Nicola Gratteri.
Ho scelto proprio questo video perchè ci sono sempre stati pregiudizi sul fatto che la mafia sia solo al sud così ho pensato di portare questo video dove ne parla.
L'ho trovato su YouTube,cercando Rita Atria giustizia interviste. Parla della commemorazione di Rita Atria al TG1 con l'intervento di Don Luigi Ciotti, fondatore "Libera".
Una storia molto vicina a noi, accaduta proprio tra Villafranca e Saponara è quella di Graziella Campagna, una ragazza uccisa dalla mafia. Era cresciuta in una famiglia numerosa a Saponara, abbandonò gli studi è trovò lavoro come aiuto lavandaia a Villafranca Tirrena. Un giorno mentre lavorava trovò un documento nella tasca di una camicia di proprietà di un certo “Ingegner Cannata".
Questo video spiega come la mafia anche in tempo di covid 19 è riuscita comunque a continuare i loro affari illeciti approfittando appunto di questa situazione critica.
In questa immagine è presente una donna con un cartellone, dove sono raffigurati tutti i bambini, innocenti, uccisi dai mafiosi, maggior parte accidentalmente.