Un pennello come arma
Nonostante abbia avuto la fortuna di parlare di persona con il pittore Emanuele Modica, ho scelto un video trovato su youtube ed un articolo de la “Repubblica” perché riassumono molto bene la storia e le opere del pittore. Sono venuta a sapere di Modica tramite conoscenze che mi hanno portata alla curiosità di scoprire informazioni in più.
Ho scelto questa storia perché secondo me merita di essere scoperta; sono rimasta colpita dal dolore, dalla voglia di riscatto e di vendetta che si possono percepire dalle sue parole e dai suoi dipinti.
Il suo passato, così doloroso, che, invece di demoralizzarlo l’ha portato ad essere più forte ed andare avanti nonostante tutto lo sconforto dentro di sé.
Emanuele nasce a Palermo nel 1936 da una famiglia contadina di 7 figli; l’evento che ha cambiato per sempre la sua vita è stata la morte del padre ucciso dalla mafia perché non voleva cederle un pezzetto di terra che possedeva per sfamare i 7 figli. Emanuele, di soli 25 anni, era stato il primo a trovare il padre morto nella stalla vicino a casa e da un sogno decisivo per il suo futuro Emanuele decide di impugnare l’arma del pennello e di dedicarsi completamente alla pittura.
Lo associo all’illustrazione passato-presente perché l’incidente del padre, anche se avvenuto nel passato, gli resta e gli resterà per sempre rispettivamente nel presente e nel futuro.