“Ogni minuto sono caricate su YouTube più di 300 ore di video, circa 432.000 ore di immagini al giorno. Si può dunque ancora immaginare una scuola che tenga fuori dalle proprie porte la grammatica delle immagini in movimento? So che in molti istituti tutto questo viene lasciato alla libera iniziativa di docenti valorosi che si avventurano con rassegne e laboratori in un campo che certo non rientra tra le competenze a loro richieste nel momento in cui hanno studiato per il concorso. Lo fanno perché ci credono e sono appassionati. Spesso i ragazzi ne sanno più dei prof in tema di tecnologie e di multimedia, ma non per questo bisogna arretrare. La realtà di oggi ci dà un dato certo: la Scuola ha sempre più bisogno di utilizzare l’audiovisivo come strumento didattico.
In questi giorni sta girando in rete una giusta petizione lanciata da Cinemovel, un virtuoso gruppo di persone che dopo aver portato il cinema in Mozambico ha deciso di continuare il proprio progetto in Italia, in particolare per spiegare la legalità ai ragazzi delle scuole. Attraverso il cinema, il fumetto, la lavagna luminosa, racconta loro l’evoluzione delle mafie nel nostro Paese: una storia che non si trova di certo nei libri di testo. Ho avuto modo di conoscere una loro performance (messa a punto durante l’edizione passata di Libero Cinema in Libera Terra), “Mafia liquida?“, di Vito Baroncini e Andrea Basti. In tema di educazione alla legalità, è senza dubbio la più potente ed efficace comunicazione che io abbia mai avuto modo di vedere negli ultimi anni, sia dal punto di vista espressivo che per i risultati che ottiene. E’ un work in progress, un progetto di arte partecipata che si arricchisse degli incontri, delle storie che Cinemovel incontra sul suo cammino e lungo le strade della legalità. Dimostrazione pura di come il racconto, se esce fuori dai rigidi schemi del verbale, possa coinvolgere i ragazzi in modo profondo ed educativo.
“Vogliamo che la scuola italiana si avvicini ai modelli internazionali di media literacy ed educazione all’immagine. Per questo, raccogliamo idee, persone e proposte per restituire alla scuola gli strumenti necessari alla formazione dei cittadini di domani”, si legge nella petizione. Il tema merita sicuramente un rilancio ed una grande diffusione. Se dal punto di vista teorico il mondo della scuola è abbastanza convinto della necessità di abbandonare le modalità tradizionali di insegnamento disciplinarista, lineare, statico, incentrato sul docente, a favore di un approccio metodologico più dinamico e flessibile che pone l’attenzione sui processi metacognitivi degli allievi, dal punto di vista concreto vedo ancora molte difficoltà nel tradurre la potenza in atto.”
di Anna Maria De Luca
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