Come si può portare i ragazzi a interrogarsi sul fenomeno mafioso in modo profondo e critico? A partire da un lavoro sulle immagini.
“Il silenzio è mafia” è l’immagine scelta da Il Lavoro Culturale per l’articolo “Didattica per immagini: riflettere sulla mafia e sui nuovi media a scuola” di Elisa Binda.
La giornalista analizza e riflette su “Schermi in Classe. Tra Media literacy e cittadinanza attiva”, la recente pubblicazione sul modello didattico di Cinemovel, curata da Giulia Tosoni e Roberta de Cesare (Ed-Work), per le edizioni del Gruppo Abele.
“Schermi in classe nasce nel 2011 con l’obiettivo di portare il cinema nelle scuole per aprire tra i ragazzi uno spazio di riflessione sulla legalità e sull’idea di cittadinanza consapevole. Il libro omonimo raccoglie alcuni contributi che raccontano il progetto e da cui emerge l’idea di cinema come punto di convergenza tra l’etica e l’estetica. Agli inizi degli anni Cinquanta il pedagogista Fernand Deligny coglie immediatamente i sintomi di una società che si sta trasformando attraverso la presenza sempre più pervasiva delle immagini e dei media che le veicolano. Forte di questa importante consapevolezza pensa a come poter offrire ai ragazzi di cui si occupa la possibilità di usufruire di questo nuovo linguaggio…” Leggi l’articolo
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