Il cinema itinerante contro le mafie e lo spettacolo Mafia Liquida per Internazionale a Ferrara.
2 e 3 ottobre, ore 21.30, Cortile d’onore Palazzo dei Diamanti, Ingresso gratuito.
Ultima tappa italiana di Libero Cinema in Libera Terra. Nel Cortile d’onore di Palazzo dei Diamanti, gli ospiti del Festival di Internazionale, avranno la possibilità di assistere entrambe le sere a un originale spettacolo dal vivo, Mafia Liquida, prodotto da Cinemovel Foundation. A seguire la proiezione di La Zuppa del Demonio, di Davide Ferrario (2 ottobre) e Let’s go, di Antonietta De Lillo (3 ottobre) alla presenza di Giovanni Piperno, direttore della fotografia.
Mafia Liquida tra cinema, fumetto e lavagna luminosa. Durata 35 min.
da un’idea di Nello Ferrieri, uno spettacolo di Vito Baroncini.
Vito Baroncini, con la sua lavagna luminosa, sbarca per la prima volta in Africa con la carovana di cinemovel in occasione di Mboro Film Festival, il festival della comunità organizzato da cinemovel in Senegal. Con Charlot in Africa, live performance di cinema per 100 anni di Chaplin, con cui apre tutte le sere del festival. Nei momenti di pausa del festival Nello Ferrieri continua a disegnare e a prendere appunti sul suo blocco, dando vita ad un’altra idea di cinema composer, quella di Mafia Liquida.
Lo spettacolo è un work in progress, un progetto di arte partecipata che si arricchisse degli incontri, delle storie che Cinemovel incontra sul suo cammino e lungo le strade della legalità.Lavagna luminosa, proiettore digitale, casse, schermo, sono gli oggetti di scena mentre le mani, i colori, le macchie, i suoni, il cinema, il fumetto, le storie sono i protagonisti dello spettacolo. La narrazione scorre su più piani mescolando espressioni e linguaggi d’arte per raccontare il quotidiano di piccole e grandi storie di sopraffazione mafiosa.
La Zuppa del Demonio, di Davide Ferrario. Italia 2014. Durata 80 min.
“La zuppa del demonio” è il termine usato da Dino Buzzati nel commento a un documentario industriale del 1964, Il pianeta acciaio, per descrivere le lavorazioni nell’altoforno. Cinquant’anni dopo, quella definizione è una formidabile immagine per descrivere l’ambigua natura dell’utopia del progresso che ha accompagnato tutto il secolo scorso. È questo il tema del film: l’idea positiva che per gran parte del Novecento (almeno fino alla crisi petrolifera del 1973–‐74) ha accompagnato lo sviluppo industriale e tecnologico. Perché è facile oggi inorridire davanti alle immagini (proprio de Il pianeta acciaio) che mostrano le ruspe fare piazza pulita degli olivi centenari per costruire il tubificio di Taranto che oggi porta il brand dell’ILVA: eppure per lungo tempo l’idea che la tecnica, il progresso, l’industrializzazione avrebbero reso il mondo migliore ha accompagnato la generazione nata durante il miracolo economico italiano.
Let’s go, di Antonietta De Lillo. Italia 2014. Durata 54 min.
Let’s go è la storia di Luca Musella, fotografo, operatore, scrittore, oggi esodato professionalmente ed emotivamente. Il protagonista ripercorre la propria vita in un testo-lettera da lui scritto che si fa viaggio reale e ideale attraverso l’Italia: da Napoli, sua città natale, a Milano, il luogo della sua nuova esistenza. Le immagini e le parole si intrecciano continuamente con il testo della lettera, in un linguaggio in bilico tra l’immediatezza del racconto e la riflessione della parola scritta. Luca Musella, insieme alle persone che popolano il suo nuovo mondo, diventa portavoce di una condizione universale, specchio del nostro Paese nell’era della crisi ma soprattutto emblema di una sensibilità letteraria in grado di leggere al di là del reale per suggerire possibili antidoti.