Cascina Carla e Bruno Caccia
Cascina Caccia è uno dei tanti beni confiscati, che è riuscita a vincere contro la criminalità organizzata e la sua storia aiuta a comprendere per quale motivo bisogna continuare questa battaglia.
Cascina Caccia è uno dei tanti beni confiscati, che è riuscita a vincere contro la criminalità organizzata e la sua storia aiuta a comprendere per quale motivo bisogna continuare questa battaglia.
Maradona era di casa rione Forcella. Frequentava i Giuliano, faceva favori e riceveva favori; i vari ruoli giudiziari non hanno mai approfondito la loro amicizia.
Anche se ritengo in ogni caso la mafia vecchia o moderna sia sbagliata, lui ha avuto il coraggio di ritirarsi nel momento in cui non gli andava più bene.
La voce e le note sono mezzo di protesta e di memoria di persone che non devono essere dimenticate per le loro imprese come quella di Peppino.
Particolare tipo di regime penitenziario, il quale si fonda su una presunzione assoluta di pericolosità sociale del detenuto in conseguenza della tipologia e gravità del reato commesso.
Credo che questa intervista faccia capire bene la forza che ha avuto questa donna nel ribellarsi da quella vita a cui erano costrette lei e sua figlia.
La fotografia è solo una delle tante prove che testimoniano i contatti che Maradona ebbe con diversi esponenti delle criminalità organizzata napoletana.
Questo video parla di tutti i diritti dei ragazzi che vengono infangati e lo ho scelto perché parla esattamente di tutte le tematiche che un giorno probabilmente ci ritroveremo ad affrontare più personalmente.
Il breve video che ho voluto portare per questa ricerca parla dell’ ecomafia ovvero che impatto ha la mafia nei confronti dell’ambiente.
Lea Garofalo è stata uccisa il 24 novembre del 2009 dalla ‘ndrangheta. Lea è stata uccisa perché voleva dare una vita migliore alla figlia.
Nata in Calabria nella seconda metà dell’800, inizialmente nota come “picciotteria”, si sviluppò nelle zone più benestanti della regione, ad esempio nella piana di Gioia Tauro.
Non bisogna dimenticare la violenza delle mafie non è nè uno scherzo nè un gioco, per trovare il coraggio di denunciare questi “uomini" e scegliere da che parte stare.
Santino Di Matteo, il primo pentito di Mafia, parla della strage di capaci e di come, per non farlo parlare, Totò Riina e Giovanni Brusca rapirono e sciolsero nell'acido suo figlio Giuseppe.
ho scelto questa illustrazione perchè credo sia quella che si addice maggiormente a causa delle forti parole pronunciate.
Per trovare il mio contenuto non ho dovuto fare altro che inserire in un comune motore di ricerca la parola chiave di mio interesse: "mafia nigeriana" e subito, come previsto, molti sono stati i risultati a mia dispozione.
Abbiamo scelto questo articolo perché è stato proprio Totò Riina a parlare, e appunto per questo lo abbiamo scelto, ci è sembrato interessante il modo in cui ne parlava.
Come sappiamo, il nostro Michele ci ha abbandonato la sera del 12 luglio del 2001, vittima della mafia...
A PARMA 10.000 PERSONE DOPO AVER SCOPERTO LA PRESENZA DELLA CRIMINLITà IN EMILIA ROMAGNA HANNO ORGANIZZATO CON LIBERA UNA MANIFESTAZIONE IN RICORDO DELLE VITTIME DI MAFIA
Nicola Di Matteo che ha preso la parola alla fine dell'incontro organizzato nel salone della parrocchia di Altofonte, ricordando il fratello Giuseppe rapito e uccise per poi essere sciolto nell'acido dalla mafia l'11 Gennaio del 1996 quando aveva solo 13 anni.
Questo è uno dei tanti omicidi di bambini da parte della mafia e la storia che quest'ultima non uccide donne e bambini non è assolutamente vera, questo video ne è la dimostrazione.
Nel video si parla di storie di mafia, di ricatto e uccisioni ai figli innocenti dei mafiosi, e poi Fabrizio Valletti ha letto delle poesie su di loro, nella seconda parte del video Fabrizio Valletti spiega come ha fatto ad uscire dalla mafia.
E' un video che parla di tutto ciò che si sa su Matteo Messina Denaro il boss di Cosa Nostra. Raccontato da Lirio Abbate lo scritto di un libro che parla proprio di Matteo Messina Denaro, intitolato: "U siccu: Matteo Messina Denaro: l’ultimo capo dei capi".
La parola chiave della mia ricerca è stata SCONFIGGERE: ho scelto questa parola perché la Mafia non possiamo estinguerla, ma isolarla e lasciarla sola.
Gli intervistati hanno avuto il coraggio di raccontare di nuovo tutto ed è quasi come rivivere quell’esperienza ed è per questo che ho assegnato questo video all’illustrazione presente/passato.
Il video parla di Peppino Impastato che ha lottato contro la mafia e per mano della mafia è morto. Ci lascia un messaggio importante: "Contro la mafia, la corruzione. Abbiamo il dovere morale di lottare!"
La sorella racconta come Lea si fosse ribellata denunciando la mafia e di come nonostante ciò le istituzioni non abbiano dovuto e voluto proteggerla.
Giornalista che denuncia i problemi della società e della mafia presente a Trapani tramite una trasmissione anche in modo ironico prima di essere ucciso dalla mafia.
Aveva capito per primo il nuovo interesse della mafia negli appalti pubblici, raccontando inoltre gli intrecci di questa con la politica.
Il video mi ha colpito poiché i due uomini raccontano dell'accaduto come sopravvissuti quindi con il sentimento e la consapevolezza di chi ha vissuto quell'esperienza.
Ho scelto questo video, perchè mi ha colpito la forza di questa giovane ragazza nel raccontare una storia contro la mafia davanti a tutte quelle persone.
Non è facile esprimere un avvenimento tanto tragico e drammatico quanto degno di una grandissima memoria nelle generazioni presenti e quelle future.
In questo video viene mostrato il bunker dove il piccolo Giuseppe Di Matteo è stato tenuto prigioniero dalla Mafia per due anni, per poi essere sciolto nell'acido.
Nell' arco della sua storia la 'Ndrangheta ha sviluppato molti riti per ogni occasione, che sono stati tramandati prima oralmente e poi tramite dei codici.
Nel video viene intervistato il giornalista Paolo Borrometi che parla di Lea Garofalo e della sua storia. La sua vita terminò a 35 anni per mano dell'ex compagno, un capo 'ndrangheta.
Nel video viene intervistato il regista del film "Due soldati". Durante l'intervista il regista parla dei personaggi, della sceneggiatura, dei luoghi e del contesto in cui viene ambientato il film.
In questo video viene raccontata la storia di Ilde, una ragazzina tredicenne, che viene venduta dalla madre a un camorrista per 50.000 lire.
Ho scelto questa canzone, ispirata al film "i cento passi", dove appunto i cento passi sarebbero la distanza che separava la casa di Peppino Impastato da quella di un boss mafioso che è colui che poi lo uccise.
Roberto Saviano narra come le mafie stiano soffocando l'economia con l'usura. La notizia mi ha colpito essendo un fatto molto attuale e molto legato alla pandemia.
La mafia è una delle realtà più cupe e crude dell'Italia e chi continua a dire che la mafia non esiste si rende inevitabilmente complice, anche in maniera diretta.
Quando il 3 febbraio 2015, Sergio Mattarella è stato eletto Presidente della Repubblica, associazioni familiari vittime di mafia e giornalisti, credevano in un suo intervento incisivo per la lotta alla mafia.
La mafia, o meglio le varie “mafie”, nascono nel Sud Italia (come ci fanno vedere sempre nei film), tuttavia esse sono proliferate ed operano anche nel Nord Italia.
L'ho scelto perché è una delle poche canzoni che erano a favore della mafia, dato che se ne trovano davvero pochissime.
Rossella Casini ha scelto di parlare senza avere paura delle conseguenze e questo è da onorare, perché è grazie a queste persone che ora siamo più informati che mai.
A combattere la mafia c'era Antonino Cassarà, detto Ninni, è stato un poliziotto italiano, vittima di Cosa Nostra.
Le donne all'interno delle organizzazioni mafiose hanno da sempre esercitato dei ruoli tradizionali in ambito privato quali educare i figli e le figlie, incitare alla vendetta, garantire la reputazione maschile e i matrimoni combinati.
Tutti noi ragazzi dobbiamo essere coscienti che ciò che ci sembra così lontano e un mondo parallelo a noi, invece ci è più vicino di quanto possa sembrare.
E' riuscito a prendere il controllo di tutto il carcere "Napoli-Poggioreale" facendo una sfida contro il boss Antonio Spavone, ed è riuscito a creare un business con affianco a se l'imprenditore Alfonso Rosanova.
Nonostante Matteo Messina Denaro avesse organizzato un attentato con autobomba per uccidere Di Matteo, il magistrato non ha rinunciato alle sue ricerche.