Paolo Borsellino

31 Dicembre 2020

Paolo Borsellino è stato un magistrato italiano, morto per mano della mafia il 19 Luglio 1992. Insieme  al suo collega e amico Giovanni Falcone (morto anche lui per mano della mafia il 23 Maggio 1992) istituì il Maxiprocesso di Palermo, al fine di arrestare le persone che erano coinvolte in associazioni mafiose. 

Il Maxiprocesso di Palermo iniziò nel 1986, terminò nel 1992 e coinvolse 475 imputati. Per la prima volta in un procedimento giuridico del genere tutte le persone vennero accusate sotto una voce sola: associazione mafiosa a delinquere. 

I funerali si svolsero a Palermo il 24 Luglio 1992 con rito privato; la moglie di Borsellino infatti non aveva voluto i funerali di Stato perché accusava il Governo di non essere stato capace a proteggere il marito. 

Un episodio particolare accadde durante il giorno dei funerali della scorta perché alla cerimonia funebre il presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro e il capo della Polizia di Stato vennero spintonati dalla folla e si dovettero chiamare i poliziotti anti sommossa. 

Anche se non lo disse mai apertamente, in qualche conferenza tenutasi all’interno di scuole o edifici pubblici, Paolo Borsellino sottolineò il ruolo della politica in quello che stava accadendo in Italia. In particolare, rimasero famose le sue parole a Bassano del Grappa, pronunciate nel Gennaio 1989.

«L’equivoco su cui spesso si gioca è questo: si dice quel politico era vicino ad un mafioso, quel politico è stato accusato di avere interessi convergenti con le organizzazioni mafiose, però la magistratura non lo ha condannato, quindi quel politico è un uomo onesto. e NO! questo discorso non va, perché la magistratura può fare soltanto un accertamento di carattere giudiziale, può dire: beh! Ci sono sospetti, ci sono sospetti anche gravi, ma io non ho la certezza giuridica, giudiziaria che mi consente di dire quest’uomo è mafioso. Però, siccome dalle indagini sono emersi tanti fatti del genere, altri organi, altri poteri, cioè i politici, le organizzazioni disciplinari delle varie amministrazioni, i consigli comunali o quello che sia, dovevano trarre le dovute conseguenze da certe vicinanze tra politici e mafiosi che non costituivano reato ma rendevano comunque il politico inaffidabile nella gestione della cosa pubblica. Questi giudizi non sono stati tratti perché ci si è nascosti dietro lo schermo della sentenza: questo tizio non è mai stato condannato, quindi è un uomo onesto. Ma dimmi un poco, ma tu non ne conosci di gente che è disonesta, che non è stata mai condannata perché non ci sono le prove per condannarla, però c’è il grosso sospetto che dovrebbe, quantomeno, indurre soprattutto i partiti politici a fare grossa pulizia, non soltanto essere onesti, ma apparire onesti, facendo pulizia al loro interno di tutti coloro che sono raggiunti comunque da episodi o da fatti inquietanti, anche se non costituenti reati.»

Il link qui sopra è della miniserie sul magistrato prodotta da Mediaset nel 2004. Personalmente la trovo molto ben fatta, ma non la raccomando a chi è molto impressionabile perchè ci sono scene di violenza dettagliate e la seconda puntata in particolare è parecchio intensa, visto che segue gli ultimi mesi di Paolo Borsellino. 

La miniserie offre un ritratto familiare e personale (anche un po’ romanzato) del giudice e dell’ambiente dove viveva. La miniserie si collega anche alle persone che stavano intorno a Borsellino come il giudice Falcone, il pentito Buscetta, il commissario Ninni Cassarà, la scorta e altri.

Ancora oggi le parole e i gesti di Borsellino e Falcone sono ricordati dalle persone di tutte le età. Penso che se non ce li avessero tolti così presto avrebbero potuto ancora fare tanto per il nostro Paese. La speranza è che anche da lassù diano una mano alle Forze dell’Ordine che proprio in questo momento così delicato si trovano in grande difficoltà, visto che non si sa quanto e se il Governo li stia aiutando.


Alice

Carcare

LICEO CALASANZIO

2D

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