Denise Cosco
Ho deciso di cercare l'intervista di Denise perchè la storia l'ha vissuta lei stessa ed è una fonte fondamentale della tragica storia di Lea.
Ho deciso di cercare l'intervista di Denise perchè la storia l'ha vissuta lei stessa ed è una fonte fondamentale della tragica storia di Lea.
Questo mi fa capire come la mafia non abbia limiti e sia in grado di uccidere le persone della sua stessa famiglia, piuttosto che tradire il loro codice di regole mafioso ( codice d’onore).
Piera all'inizio di tutto, non ha mai espresso il suo pensiero e solo dopo la morte del suocero e del marito ha deciso di farsi giustizia iniziando a collaborare con Borsellino e raccontando i segreti della famiglia mafiosa.
Il video parla del padre di Giuseppe di Matteo, che viene intervistato per l'accaduto. Lui risulta pentito ad aver collaborato nella strage di Capaci e molti altri attentati.
Le dichiarazioni di Buscetta hanno consentito di svelare per la prima volta i meccanismi dell'organizzazione mafiosa così come si era strutturata.
Rita Atria è nata il 4 settembre 1974 a Partanna, in Sicilia, ed è stata una testimone di giustizia italiana.
Lea Garofalo non restò in silenzio ma denunciò la mafia che era all'interno della sua famiglia e in quella del suo ex compagno .
Lei nonostante sapesse quello a cui sarebbe andata in contro e quello che sarebbe successo ha avuto la forza di riferire tutto ai carabinieri.
Visto che era figlia di un boss e faceva parte di una famiglia mafiosa veniva istigata a stare in silenzio, ma lei voleva stare lontano dalla criminalità.
Saveria era la madre dell’agente di polizia Roberto Antiochia, ucciso dalla mafia il 6 agosto del 1985 a Palermo, il giorno in cui fu assassinato il Commissario Ninni Cassarà.
L’avvocato Vincenza Rando, si impegna a lottare e a difendere tutte le donne vittime della mafia e di violenza, dando loro la forza e il coraggio di far sentire la propria voce.
Il 22 febbraio del 1981 scompare nel nulla, solo 13 anni dopo un pentito racconta che è stata stuprata, fatta a pezzi e buttata in mare per ordine della sorella del fidanzato.
Giuseppina Pesce è un'ex ndranghetista che nel 2011 decise di consegnarsi alla giustizia come atto di ribellione contro la propria famiglia.
Paolo Borrometi ha denunciato la ditta Cutello perché era molto vicina ai clan mafiosi, anche prendendosi molti insulti ma senza che a lui importasse.
Ho voluto inserire questa notizia perchè è molto recente e fa capire che i mafiosi sia legalmente che illegalmente possono prendersi tutto.
Questo articolo parla di Salvatore Ercolano, detto Turi. Quest'uomo fu condannato in passato per mafia, fu arrestato e si trovava agli arresti domiciliari a Torino. E' stato arrestato per porto e detenzione illegale di armi. Una cosa che rimane del suo processo è il fatto che lui si spillò la bocca con una spillatrice.
Ho scelto questo video principalmente per un motivo, che poi è stato quello che ha dettato anche il titolo, ovvero la naturalezza, la tranquillità con cui fanno tutto alla luce del sole.
Questo video parla della storia di un bambino di nome Claudio Domino ucciso all'età di 11 anni per errore dalla mafia. Questa storia viene raccontata oggi dai suoi genitori i quali aspettano giustizia da ormai 33 anni.
Ho scelto la musica perché secondo me è un ottimo strumento per diffondere un'idea e dare l'opportunità di riflettere su temi profondi.
Don Pino non tentava di riportare sulla via giusta coloro che erano già entrati nel vortice della mafia, ma cercava di non farvi entrare i giovani che vivevano per strada e che consideravano i mafiosi degli idoli.
La bandiera presente nell’immagine ritrae ciò che vogliono i cittadini, ovvero la pace, infatti, nella bandiera è incisa la scritta “NO ALLA MAFIA”.
Santino Di Matteo è un pentito che ha perso il figlio a causa di Toto Riina e l’ho scelto perché mi ha interessato la storia inerente al bambino e a come lui, pentito, non dia pace a Toto Riina per l’accaduto.
Nel video viene intervistato il fratello di Peppino Impastato che racconta la storia di come è stato ucciso suo fratello.
Rrovo che il giornalismo abbia un ruolo fondamentale nel mettere in evidenza ciò che accade quotidianamente nel mondo della mafia, sottolineando il ruolo che i più potenti hanno all'interno di esso.
Giuseppe Impastato, chiamato anche Peppino, è nato a Cinisi, in provincia di Palermo, il 5 gennaio 1948 da una famiglia mafiosa.
“E’ come se avessimo di fronte una persona con un passamontagna in testa!”. Questa l’espressione fu usata nel giugno 2018 quando Report si occupò per la prima volta della vicenda San Siro.
Dopo l'ultimo incontro di schermi in classe ho deciso di informarmi di più sul dolo di cui non sapevo molto.
Ho deciso di continuare ad approfondire il tema dei bambini uccisi dalla mafia, sono vittime innocenti e purtroppo ancora moltissime persone sono convinte che la mafia non tocchi i bambini.
Qualche mese fa ho visto alla TV il film "Johnny Stecchino" e, nonostante sia del 1991, l'ho trovato molto attuale. In una scena si parla delle "tre piaghe di Palermo" senza mai accennare al fenomeno mafioso che in quegli anni ha colpito molto duramente il capoluogo siciliano.
Ho voluto scegliere questo argomento perché sono una persona che cerca di vedere il bene, le cose positive in ogni cosa, perciò se Buscetta si è pentito, diventando collaboratore di giustizia contro Cosa Nostra, significa che credeva ancora che parlare fosse la cosa migliore e utile per il paese, non è voluto rimanere in silenzio, poteva scappare, cambiare identità, non voler collaborare, ma non l'ha fatto e credo che il motivo fosse perché credeva ancora che la Mafia potesse essere fermata, o almeno indebolita.
In questo video mostrano il luogo nel quale è stato tenuto prigioniero il figlio di un pentito e che successivamente è stato sciolto nell'acido, esclusivamente per vendetta.
Ho scelto questo video perché vedendo un lavoro di un mio compagno riguardante una giornata di Rina in pretura, mi è venuto spontaneo chiedermi: "come si è organizzata la mafia dopo la morte di Rina?"
In questo servizio di Striscia la Notizia, infatti, si evince come la popolazione abbia paura e si rifiuti di fare una foto con delle scritte diffamatorie nei confronti dell'organizzazione criminale. Da qui, si evince il potere della campagna di controllo e di paura sulle masse perpetrata dalla mafia stessa.
Questo libro scritto da Luigi Garlando ha come narratore del libro il piccolo Giovanni, un bambino di 9 anni nato e cresciuto a Palermo.
Hai una voce? Grida. Per te. Per chi non ce la fa. Per chi non ce l'ha fatta. Per mettere alle strette chi si muove e si sente forte dietro un muro di silenzi. Grida, fallo contro l'indifferenza. Non deve esistere il silenzio, non deve esistere la legge del più forte. "La mafia uccide. Il silenzio pure."
Ho trovato questo video su internet, cercando “donne uccise dalla criminalità”, l'ho scelto perché è una storia toccante e mi ha interessata.
La ragazza era la figlia di un importante boss mafioso e decise di parlare con Borsellino e svelare a lui i segreti della mafia.
Parla del ricordo di Peppino Impastato, dei luoghi che frequentava e il luogo in cui è morto; tutto ciò è narrato dal fratello, Giovanni.
Francesca Serio è stata la prima donna a denunciare i misfatti della mafia dopo la morte del figlio, Salvatore Carnevale.
In questo video si parla si parla di Piera Aiello, che dopo circa 27 anni di anonimato ha deciso di svelare il suo volto alle telecamere di Fanpage.
Dopo aver visionato una serie di filmati ho deciso di scegliere questo, soprattutto perchè mi ha colpito particolarmente l'intervista fatta alla sua docente di italiano della scuola media, che le venne incontro chiedendole se volesse confidarsi con lei ed, in successione alla sua morte, la paragonò ad una donna, nonostante fosse ancora una ragazzina.
Alessandro Marsicano, nato a Palermo, è un testimone di giustizia sotto scorta da otto anni. Nel 2007 incominciò ad essere minacciato dagli aguzzini che lo costringevano a pagare il pizzo, mettendolo in seria difficoltà economica. Nel 2011 ebbe il coraggio di denunciare queste ingiustizie; questa denuncia portò l'arresto di trentacinque persone tra boss e gregari dei mandamenti Pagliarelli e Porta Nuova.
Questo articolo è un intervista fatta a Giuseppe Paternostro (un ricercatore di linguistica italiana), riguardo il suo libro: "il linguaggio mafioso". Gli vengono poste tante domande sul sistema di comunicazione dei mafiosi, come ad esempio se sono presenti detti, codici, riti, segni, silenzi, etc..
Questo video parla di un imprenditore che, stanco di essere vittima della mafia, decide di filmare il mafioso che(più di una volta) gli aveva chiesto il pizzo e di denunciarlo alla polizia.
La voce e le note sono mezzo di protesta e di memoria di persone che non devono essere dimenticate per le loro imprese come quella di Peppino.
Non bisogna dimenticare la violenza delle mafie non è nè uno scherzo nè un gioco, per trovare il coraggio di denunciare questi “uomini" e scegliere da che parte stare.
Questo è uno dei tanti omicidi di bambini da parte della mafia e la storia che quest'ultima non uccide donne e bambini non è assolutamente vera, questo video ne è la dimostrazione.
Nell' arco della sua storia la 'Ndrangheta ha sviluppato molti riti per ogni occasione, che sono stati tramandati prima oralmente e poi tramite dei codici.