Schermi in classe nasce da una riflessione sul ruolo delle immagini nella società contemporanea e prende forma intorno alla volontà di invertire il processo di assuefazione che sempre più ci rende passivi nella loro fruizione e nella capacità di decodificarle.
Oggi il progetto sviluppa un modello didattico, che pone al centro l’audiovisivo e la visione collettiva come strumenti per risvegliare il pensiero critico e allenare i più giovani a scegliere, formare ed esprimere liberamente il proprio giudizio di fronte alle immagini, intese come racconti che vogliono ancora e con forza comunicare qualcosa.
Dal cinema su grande schermo…
Dopo il percorso laboratoriale realizzato in aula e le ricerche individuali sviluppate per approfondire i temi di SIC, il cinema entra a scuola e trasforma le aule scolastiche in sale cinematografiche.
Gli studenti prendono posto, intorno a loro ci sono i compagni, gli insegnanti, gli spazi in cui ogni giorno si muovono per seguire il loro percorso didattico. Cosa cambia tra guardare un film nella propria stanza e condividerne la visione sul grande schermo? Cambia, prima di tutto, il punto di vista nei confronti della scuola perché vedere uno schermo grande e alto in Aula Magna ha quasi il sapore dell’impossibile che si realizza, una magia che lascia a bocca aperta.
Questo, però, è solo l’esordio. Quando si spengono le luci e l’Aula Magna diventa davvero un cinema al chiuso, le ragazze e i ragazzi rimangono in silenzio per tutta la durata del film, e quando il film finisce, rimangono seduti, poiché urge ragionare, riflettere, parlare insieme di quello che si è appena visto.
…alla costruzione di nuovi immaginari
La zuppa del demonio, di Davide Ferrario, Fortapasc di Marco Risi, Anime nere di Francesco Munzi, La guerra dei cafoni di Davide Barletti e Lorenzo Conte, La nave dolce di Daniele Vicari, La mia classe di Daniele Gaglianone, Lea di Marco Tullio Giordana, sono alcuni dei titoli selezionati da Cinemovel per SIC. Per la maggior parte italiani, le opere si alternano tra la forma del documentario e la fiction, passando dal film storico a quello più recente, per approfondire quattro diverse tematiche: Ambiente e sostenibilità, Corruzione e diritti, Inclusione e Nuove povertà, e Memoria.
Si parla di mafia e di antimafia, del clima e dunque dell’ambiente, ma le modalità di racconto sono tutte diverse, e questo permette alle studentesse e agli studenti di metterle continuamente in discussione.
I ragazzi del Liceo Ainis di Messina assistono a una trasformazione quasi magica della loro Aula Magna il giorno in cui la troupe di Cinemovel arriva nella scuola. La sua architettura rende necessario l’allestimento di una piccola sala cinematografica racchiusa da teli oscuranti. Tra urla di stupore e meraviglia, divertiti da quel repentino cambio di prospettiva, gli studenti si siedono per guardare il documentario di Wenders su Salgado, Il sale della terra (2014). Le fotografie di Salgado suscitano nei ragazzi un paragone spontaneo con i Fridays for Future, gli scioperi che vedono protagonisti gli studenti stessi. Il tema è infatti l’ambiente, e quando gli viene chiesto qual è il legame tra quest’ultimo e le mafie, la discussione si accende e si arricchisce ancora una volta di senso.
A Lucca, dopo la visione di Anime Nere di Francesco Munzi (2014), un film che parla di ‘ndrangheta e riporta la mafia così com’è oggi, nel territorio ambiguo che oscilla tra l’anima finanziaria e quella rurale, gli studenti non si stupiscono. Loro sanno chi sono e come agiscono i mafiosi, perché li vedono: anche a Lucca, come in Anime Nere, è presente questa doppia anima, e tra i ragazzi è palpabile sia la consapevolezza che la paura.
La riflessione lucida di uno dei ragazzi arriva infatti puntuale: “Oggi noi e la camorra abbiamo gli stessi obiettivi: raggiungere il successo in qualcosa. Vincere, spesso a qualsiasi costo, è un obiettivo comune. Come facciamo a essere contro le mafie se abbiamo gli stessi obiettivi?”. E ancora: “Oggi un mafioso non è più considerato cattivo perché non spara. È molto simile a noi e quindi non fa più paura. Approfondire cosa fa la mafia mi ha permesso di capire perché è pericolosa, perché bisogna ancora averne paura.”
La proiezione del film Lea (2015) di Marco Tullio Giordana a Parma si conclude con sospiri e lacrime. Non tutti conoscevano la storia di Lea Garofalo. Una studentessa si concentra sulle scene finali, in riferimento al processo, e nella sua riflessione restituisce alla classe come capovolgimento del destino: “Quelle scene lì, la ricerca del corpo, le vicende del tribunale, le parole di Denise, ti lasciano l’amaro in bocca. Come se ancora ci fosse speranza. Sei lì a sperare ancora che Lea sia ancora in vita, che prima o poi venga trovata.”
Le storie di mafia sono, purtroppo, storie già tutte scritte, eppure, grazie al mezzo cinematografico e al suo potere immaginifico, una ragazza ha avuto il coraggio di sperare in un altro finale.
Durante la visione delle commedie, come Noi e la Giulia di Edoardo Leo (2015), succede quello che con Libero Cinema in Libera Terra chiamiamo “ridere di mafia”: gli studenti comprendono la sottile ironia nascosta dietro ogni immagine e si interrogano sul significato di ogni parola, anche di quelle che sembravano le più leggere.
L’uso dell’ironia è tipico della commedia all’italiana, e può diventare uno strumento funzionale per riuscire a comprendere temi complessi come quelli della mafia.
Ogni film genera riflessioni profonde sul fenomeno mafioso e, in senso più ampio, sulla nostra società, sul nostro modo di essere, sulle nostre scelte individuali e collettive. Accade anche che il film proposto crei profonde divisioni tra i ragazzi, eppure anche quello suscita nelle ragazze e nei ragazzi una reazione capace di innescare altre discussioni importanti, come succede a Lucca con il film Vogliamo anche le rose di Alina Marazzi (2007), punto di partenza per discutere della questione femminile.
La potenza del cinema, allora, sta forse prima di tutto nella condivisione di racconti e di messaggi. La carovana di Schermi in Classe, carica di idee, pensieri e nuove prospettive su ciò che siamo e ciò che vediamo, prosegue il suo viaggio nelle scuole italiane. Non è necessario, per il momento, sapere quali altri luoghi raggiungerà, ma è certo che il viaggio è lungo, coraggioso e pieno di speranze future che abbiamo tutti il dovere di coltivare.
Schermi in Classe è il progetto itinerante che porta il cinema su grande schermo nelle aule scolastiche di tutta Italia. Per maggiori informazioni scrivici a sic@cinemovel.tv