Nocera Umbra 2ITI

La vita e la carriera di Paolo Borsellino

Paolo Emanuele Borsellino nasce a Palermo il 19 gennaio 1940. Il padre Diego era farmacista e dalla moglie Maria Pia avrebbe avuto, oltre a Paolo, i figli Salvatore, Adele e Rita. Fin da giovanissimo, per le strade del quartiere La Kalsa, Paolo comincia a frequentare Giovanni Falcone con cui sin da quando erano bambini giocavano a pallone insieme, e ritroverà Falcnone più tardi dopo il diploma Classico alla facoltà di Giurisprudenza di Palermo. Borsellino si laurea in breve tempo, vincendo il primo concorso di Magistratura nel 1963 e a soli 23 anni, diviene il giudice più giovane d’Italia. Dopo l’omicidio del collega e amico di una vita, Giovanni Falcone, il giudice Borsellino intensificò la propria attività di lotta contro la mafia ben sapendo di essere in pericolo ogni giorno. 

Nando Dalla Chiesa

Figlio secondogenito del generale Carlo Alberto dalla Chiesa, di origine piemontese, e della sua prima moglie Dora Fabbo, di origine campana. È fratello della conduttrice televisiva Rita e della giornalista Simona. Si è laureato in Economia e commercio all'Università Commerciale Luigi Bocconi ed è professore ordinario di Sociologia della criminalità organizzata, Gestione e comunicazione d'impresa e Sociologia dell'organizzazione presso l'Università degli Studi di Milano. È inoltre presidente onorario di Libera, l'associazione contro le mafie fondata da don Luigi Ciotti. 

Vita privata di Totò riina

Il 16 aprile 1974 Riina sposò, tramite un matrimonio che poi risulterà non valido legalmente, Antonietta Bagarella, sorella dell'amico d'infanzia Calogero e di Leoluca Bagarella. Dall'unione nacquero quattro figli: Maria Concetta (19 dicembre 1974), Giovanni Francesco (21 febbraio 1976), Giuseppe Salvatore (3 maggio 1977) e Lucia (11 aprile 1980). 

#AddioPizzo

#Addiopizzo è un movimento aperto, fluido, dinamico, che agisce dal basso e si fa portavoce di una “rivoluzione culturale” contro la mafia. È formato da tutte le donne e gli uomini, i ragazzi e le ragazze, i commercianti e i consumatori che si riconoscono nella frase “Un intero popolo che paga il pizzo è un popolo senza dignità”. 

Cosenza, ucciso perché non pagò il pizzo

L'omicidio di Santo Nigro, imprenditore cosentino, accadde nel 1982 davanti agli occhi del figlio, con una sparatoria da parte della 'ndrangheta perché non aveva pagato il pizzo. Ho cercato questo articolo digitando 'Ndrangheta Pizzo Repubblica.it. Ho scelto questo articolo perché scorrendo tra i vari link questo mi ha attirato di più. A questo articolo ho associato Singolare/Plurale perché comunque la 'ndrangheta è un gruppo molto ampio in confronto a dei singoli imprenditori.  

Peppino vittima della mafia

Peppino è morto dalla mafia perché lui cercava, grazie alla sua radio chiamata radio Aut, di denunciare i crimini e attività di Cosa Nostra. 

Totò Riina minaccia: pizzo e processi

In questo documentario si possono notare le molteplici azioni mafiose svolte da Totò Riina, tra le tante spiccano l'uccisione di Falcone e Borsellino. Nel documentario vengono mostrate anche delle foto che lo ritraggono da giovane e mettendole a confronto con quelle attuali ,si può vedere il cambiamento avvenuto dato l'invecchiamento, ma il suo sguardo è rimasto quello di sempre. 

La mafia si combatte anche a scuola

Secondo me la mafia si dovrebbe combattere soprattutto a scuola, ma non con le armi, bensì con la divulgazione di quello che ha fatto la mafia, per far capire ai ragazzi dove sia il bene e dove sia il male. 

Uccisione di Giovanni Falcone, della sua famiglia e degli agenti della scorta

Il 23 maggio del 1992 ha segnato una delle pagine più buie della storia della Repubblica. Sono quasi le sei del pomeriggio. Sull’autostrada A29 che dall’aeroporto di Punta Raisi, in Sicilia, porta a Palermo, viaggiano tre Fiat Croma. A bordo, ci sono il giudice antimafia Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo, e gli agenti Vito Schifani, Rocco Dicilio e Antonino Montinaro. 

Uccisione di Paolo Borsellino e degli agenti della scorta

Pochi giorni prima di morire, parlando ad una conferenza organizzata all’università di Palermo, Borsellino ricordava Falcone spiegando: “La sua morte l’avevo in qualche modo messa in conto”. Pesò ogni parola, rivoltando continuamente tra le mani un accendino. Lo sguardo spesso rivolto verso il basso, le continue pause. 

Vincenzo Agostino

Il 5 agosto 1989: mentre entravano nella villa di famiglia per festeggiare il compleanno della sorella di lui, un gruppo di sicari in motocicletta arrivò all'improvviso e cominciò a sparare. Agostino tentò di fare da scudo con il suo corpo alla moglie ma venne colpita anche lei. 

Il coraggio di Paolo Borrometi di continuare il suo lavoro nonostante le minacce della mafia

Questo video mi ha seriamente colpito perchè parla del coraggio di Borrometi nel combattere la mafia, nonostante le numerose minacce che ha subito e non solo gli è stata bruciata anche la sua casa e questo non ha messo in pericolo di vita solo lui stesso, ma anche sua madre e suo padre, questo lo ha fatto vacillare ma non si è arreso e ha continuato a testimoniare le atrocità della mafia. 

Carlo Alberto Della Chiesa

Mi ha colpito quando ha scoperto alcuni boss mafiosi, e ho apprezzato molto quando faceva gli incontri alla gente comune parlando della legalità e per promuovere un clima di fiducia allo stato