Un nodo nascosto: Ecomafia in Emilia Romagna

17 Dicembre 2020

Il termine “Ecomafia” fu utilizzato per la prima volta nel 1994 in un articolo pubblicato da Legambiente, intitolato “Le ecomafie – il ruolo della criminalità organizzata nell’illegalità ambientale”. Questo neologismo indica attività mafiose, e quindi illegali, nei confronti dell’ambiente, come per esempio smaltimento illegale di rifiuti, incendi boschivi e il traffico di animali esotici.
Se digitiamo la parola ecomafia su internet, il motore di ricerca ci propone diverse schermate su questo argomento, dimostrando quanto questo fenomeno sia diffuso.
Digitando il sito di Legambiente, una delle fonti più autorevoli, ho trovato questo articolo che riferisce i dati del rapporto ecomafia 2020, in cui sono riportati tutti i numeri riferiti ai reati contro l’ambiente compiuti nel 2019. Da questo rapporto emerge che i reati ambientali, lo scorso anno, sono stati 34.648, aumentando del 23,1% rispetto a quelli del 2018: in media 4 ogni ora. Contrariamente a quanto si possa pensare, anche le regioni del nord sono coinvolte in queste attività criminali. La curiosità mi ha spinta a guardare anche se nella nostra regione ci siano stati atti illeciti associabili ad attività mafiose. Nel 1999 in Emilia Romagna era stata segnalata “una diffusa illiceità nel ciclo dei rifiuti”, in riferimento a 20.000 litri di liquidi riversati nel fiume Mesola presso Cesena, al ritrovamento di 88 fusti metallici contenenti oli esausti abbandonati nel piacentino e al ritrovamento di un contenitore per rifiuti radioattivi all’interno di un’ oasi naturalistica. Questo dato è emerso da una relazione della Commissione parlamentare sulle ecomafie che sottolineava gli alti rischi di comportamenti illeciti che si potevano verificare in questa regione. Infatti, la relazione segnalava come l’Emilia Romagna fosse un luogo in cui si producevano grandi quantità di rifiuti tossici, ma che avesse poche possibilità di smaltimento. Un pentito dell’epoca, Nunzio Perrella, ha dichiarato di aver “riempito fino all’osso” di rifiuti la città di Ferrara. Le attività che riguardano l’ecomafia in Emilia Romagna riguardano anche la gestione di pneumatici fuori uso, l’abusivismo edilizio, la produzione di buste usa e getta e lo smaltimento dei gas refrigeranti. Nel rapporto di Legambiente relativo ai dati del 2012, l’Emilia Romagna occupava la decima posizione (l’anno precedente era all’undicesimo posto) con 1035 infrazioni accertate, 944 persone denunciate e 410 sequestri effettuati. Nell’ultimo rapporto, riferito ai dati del 2019, l’Emilia Romagna occupa la dodicesima posizione, con 1178 reati accertati, 1000 persone denunciate e 352 sequestri. Nel 1958 i boss della mafia iniziarono a insediarsi in Emilia Romagna, anche in virtù di una legge del 1956 sui sorvegliati speciali che prevedeva per loro l’obbligo di soggiorno in determinati territori.
Anche il territorio di Parma è stato teatro di un episodio di ecomafia legato al cemento, quando nel gennaio 2015 le forze dell’ordine scoprirono l’esistenza di un’associazione mafiosa legata alla cosca Grande Aracri, che portò all’arresto di numerose persone e al sequestro di un intero quartiere. Nel 2018, 13 alloggi confiscati vennero consegnati alla Guardia di Finanza, utilizzati successivamente come residenza per gli appartenenti al Corpo.
Secondo l’associazione ambientalista, l’Emilia Romagna è uno dei territori preferiti delle cosche che operano quasi spartendosi il territorio in 3 zone. Bologna è la città in cui convivono tutte le organizzazioni criminali che si spartiscono i proventi. La Romagna è il territorio gestito dalla Camorra, mentre in Emilia opera prevalentemente la ‘ Ndrangheta, attirata soprattutto dalla ricostruzione dopo il terremoto del 2012.
https://ilgiornaledellambiente.it/ecomafie-cosa-sono/
https://www.processoaemilia.com/presentazione-aemilia
https://www.avvenire.it/attualita/pagine/emilia-mafie
https://www.legambiente.emiliaromagna.it/2013/06/17/ecomafia-2013-i-numeri-dellillegalita-ambientale-in-emilia-romagna/


Alice

LICEO A. BERTOLUCCI

LICEO A. BERTOLUCCI

3T

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