Paolo Borrometi, una vita sotto scorta
Ho trovato questo contenuto su google digitando "Paolo Borrometi", quest'articolo parla di questo giornalista che è costretto a vivere sotto scorta per aver denunciato la mafia e le minacce rivolte a lui.
Ho trovato questo contenuto su google digitando "Paolo Borrometi", quest'articolo parla di questo giornalista che è costretto a vivere sotto scorta per aver denunciato la mafia e le minacce rivolte a lui.
Rita era una ragazza molto giovane a cui le fu strappata la sua gioventù per le troppe mancanze e perdite che la mafia le aveva inferto. Infatti decise di suicidarsi non potendo più sopportare questa sua vita grigia e spaventosa, dandola vinta alle sue paure. Mi ha colpito molto anche una frase che disse proprio lei, ovvero:” Forse un mondo onesto non esisterà mai, ma chi ci impedisce di sognare. Forse se ognuno di noi prova a cambiare, forse ce la faremo.” ed ha ragione perché dobbiamo essere i primi noi a cambiare, per far sì che tutto questo prima o poi finisca.
La storia di Peppino è straordinaria non solo perché ai tempi fu uno dei pochi a denunciare le realtà mafiose che in molti ancora fingevano di non vedere, ma perché lui stesso proveniva da una famiglia affiliata al crimine organizzato ed ebbe il coraggio di fare una scelta differente.
Ho approfondito il mio lavoro sul ruolo delle donne nella mafia e ho trovato questo articolo molto interessante, che racchiude in linea generale, tutte le ribellioni di coloro che hanno finalmente deciso di uscire da quello spazio angusto, chiamato anche “omertà”. Tra queste abbiamo: Rita Atria, Rosaria Capacchione, Lea Garofalo, Maria Carmela Lanzetta, Carmela Iuculano, Rosaria Costa, Elisabetta Tripodi, Felicia Impastato, Renata Fonte. Tutte donne, tutte persone che hanno lottato o che stanno lottando contro la mafia.
Lea, pur essendo una giovane donna e avendo vissuto in un ambiente nocivo e dannoso, nonostante avesse tanta paura, è stata decisa e coraggiosa nel far sentire la sua voce, stanca di aver subito ingiustizie e violenze da parte di uomini senza cuore. Lei non si è sottomessa alle sopraffazioni e ha creduto nelle istituzioni, ma forse è stata abbandonata, lasciata sola e non compresa, anche se ha lasciato un segnale molto forte, tanto che ancora oggi viene spesso ricordata come una delle “grandi” donne vittime della mafia.
Don Pino era un prete umile, con una grande forza di volontà e con l’enorme generosità verso i più bisognosi. Lui per aiutare i giovani ha fondato un centro di accoglienza chiamato “Padre nostro” per tutte le persone che non avevano un posto dove dormire e per quelli che non si potevano permettere di comprare da mangiare. Nel centro molti ragazzi e bambini giocavano insieme a calcio e con altri giochi di gruppo, passavano delle ore con spensieratezza e serenità , dimenticando i grossi problemi che avevano in famiglia e che dovevano sopportare.
"Ricordiamo Rita Atria di AMDuemila": durante una ricerca sulla figura di Rita Atria, ho trovato questo articolo che tratta degli ultimi istanti della sua vita e di come ha vissuto la scelta di farla finita.
Questo video lo ho trovato dopo un'accurata ricerca su quest'uomo, e ho ritenuto che Enzo Biagi sia stato il migliore intervistatore di Buscetta, e lo ho scelto proprio perché secondo me è il pentito che ha aiutato maggiormente nell'indebolimento di Cosa Nostra
Ho scelto questo video perché spiega nel dettaglio l’arresto del latitante Girolamo Facchineri e mostra tutto il lavoro che c’è
Rita descrive come si sente dopo la morte di Borsellino: vuota, si sente un vuoto dentro che nessuno può capire; lei era già morta prima di togliersi la vita per questo.
Rita così decide di seguire l’esempio della cognata Piera: si presenta davanti al magistrato paolo Borsellino e gli racconta tutto ciò che sa della sua famiglia mafiosa.
In questo video Giovanni Falcone parla della sua vita a contatto con la mafia e le conseguenze, ma in particolare ci lascia un messaggio importantissimo a riguardo di quest’ultima…
Questo video parla di tutti i diritti dei ragazzi che vengono infangati e lo ho scelto perché parla esattamente di tutte le tematiche che un giorno probabilmente ci ritroveremo ad affrontare più personalmente.
Non bisogna dimenticare la violenza delle mafie non è nè uno scherzo nè un gioco, per trovare il coraggio di denunciare questi “uomini" e scegliere da che parte stare.
La sorella racconta come Lea si fosse ribellata denunciando la mafia e di come nonostante ciò le istituzioni non abbiano dovuto e voluto proteggerla.
Aveva capito per primo il nuovo interesse della mafia negli appalti pubblici, raccontando inoltre gli intrecci di questa con la politica.
In questo video viene raccontata la storia di Ilde, una ragazzina tredicenne, che viene venduta dalla madre a un camorrista per 50.000 lire.
Rossella Casini ha scelto di parlare senza avere paura delle conseguenze e questo è da onorare, perché è grazie a queste persone che ora siamo più informati che mai.
A combattere la mafia c'era Antonino Cassarà, detto Ninni, è stato un poliziotto italiano, vittima di Cosa Nostra.
Nonostante Matteo Messina Denaro avesse organizzato un attentato con autobomba per uccidere Di Matteo, il magistrato non ha rinunciato alle sue ricerche.
Penso che lui sia una figura di uomo da prendere ad esempio perché non tutti avrebbero il coraggio, sapendo di rischiare la vita, di lottare fino alla fine per rendere l’Italia un posto migliore.
Intervista fatta a Di Matteo dove si parla nel suo pentimento, della divulgazioni della strage dei capaci e di conseguenza della morte del figlio.
Questo fenomeno ha origine nel 1971, quando a causa della faida di Cittanova, un paese in provincia di Reggio Calabria, vedeva fronteggiarsi le 'ndrine dei Raso e dei Facchineri.
A parer mio grazie al suo gesto ora molte donne hanno preso spunto da lei e non si fanno più sfruttare dai propri uomini.
Cercando in Internet dei film inerenti alla mafia, mi sono imbattuta nel trailer di un docu-film che, a parer mio, potrebbe essere interessante. Parla di una fotografa, Letizia Battaglia, che lavorava per un quotidiano negli anni ’70 e presenta il suo lavoro: quello di fotografare i mafiosi deceduti e, talvolta, anche vittime di mafia. La pellicola in questione si chiama ‘Shooting The Mafia’.
Ho scelto in particolare questa storia perché lui a differenza di altri è stato ucciso per il suo costante impegno evangelico e sociale.
Ho scelto questo contenuto poiché trasmette a pieno l'amore di una madre e un fratello e l'angoscia provata da questi ultimi a causa della morte di Peppino e della situazione in cui egli era coinvolto. Felicia Bartolotta Impastato ancora oggi ci insegna a non abbatterci ed a reagire durante i momenti di grande difficoltà, come lei fece, malgrado l'immenso dolore, dopo l'omicidio mafioso del figlio Peppino. È stata una grande moglie e madre, la cui sensibilità, coerenza, impegno, umanità, accoglienza e spirito comunitario traspirano dalle mura di Casa Memoria.
Paolo Borsellino e Giovanni Falcone sapevano ciò che rischiavano e nonostante questo non si sono arresi, hanno perso la vita ma sono comunque riusciti a dare una grande svolta alla lotta contro la mafia.
Un film del 2015 di Marco Tullio Giordana che parla della vita di Lea Garofalo, una testimone di giustizia assassinata dalla 'ndrangheta il 24 Novembre del 2009.
Lei parla del loro matrimoni dicendo che il marito li disse che due anni ed era fuori ma sono passati quarantanni ma non è ancora uscito , il giornalista li chiese il perché lei stava ancora con lui lei rispose perché non ha fatto del male a lei ed lo ama.
Beppe Montana, nativo di Agrigento, arriva a Palermo nel 1982, all’indomani dell’omicidio del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa.
Vi consiglio di guardare questo video dal minuto 4:50 fino al minuto 9:19 che vi racconta di come è stato scoperto l’omicidio di Lea.
Ho scelto questa immagine perché la forma della foto mi ricorda una immagine strappata da un giornale
Nel film completo del videogioco MAFIA REMAKE viene riassunta l'intera storia con un gameplay. Ho scelto questo video perché mi è sembrato interessante, che un videogioco riassumi la vita di un mafioso
Il film racconta la storia degli ultimi 4 anni della vita di Pippo Fava e del suo coraggio, che nonostante tutto, lo spinge a vivere come se non stesse succedendo nulla intorno a lui.
Penso che al giorno d'oggi per informare le persone non bastino solamente i libri ma serve qualcosa di più interattivo, proprio come un film, che racconta di un argomento serio sul quale è necessario essere informati.
Quando ai funerali di Lillo Zucchetto, un bravissimo investigatore della Catturandi, si rese conto che in chiesa non c’erano i palermitani, ma solo poliziotti, diede vita al Comitato Lillo Zucchetto, girando e incontrando gli studenti.
Ho scelto questa foto di Vito Schifani perchè generalmente è quella che lo ricorda di più poichè rappresenta al meglio come la mafia possa uccidere anche ragazzi come lui, sorridenti e con tanta voglia di vivere. Vito aveva un figlio di 4 mesi quando morì, Emanuele.
Questo video parla della Strage a Capaci quindi di Giovanni Falcone, facendo riferimento anche ad altri giudici importanti come lui, che misero la propria vita in pericolo per combattere un fenomeno che purtroppo esiste ancora. Parlo della Mafia in particolare quella Siciliana.
L'argomento da me scelto mette in risalto il coraggio, la forza e la determinazione di personaggi come Don Pino Puglisi il quale con un grande spirito sociale ha fatto il più possibile per togliere dalla strada e quindi dal possesso della mafia giovani che vivevano in situazioni economiche e sociali molto precarie.
Dopo la morte di Peppino, sua madre e suo fratello hanno deciso di chiudere tutti i rapporti con i mafiosi della loro famiglia e di opporsi alla mafia come segno di giustizia.
Occupandosi di cronaca nera e di omicidi di camorra, il giornalista incominciò a indagare sulle alleanze dei camorristi annunziatesi con i reggenti di altri clan della Campania e scoprì vaste aree di corruzione e connivenze tra politici e criminalità organizzata.
Oltre alla magistratura, si sono attivate anche numerose persone stanche di vivere nel terrore e nell'ingiustizia e pronte a "combattere" per reimpossessarsi dei loro diritti usurpati dalla mafia.
La mafia provoca paura, ma bisogna avere il coraggio di combatterla, senza tralasciare nulla, perché si sa che tante piccole gocce formano un mare.
Giuseppina Pesce è una donna appartenente ad una delle famiglie più potenti della ‘ndrangheta calabrese. Ha deciso coraggiosamente di denunciare, nel 2011, le azioni malavitose della famiglia.
Felicia Impastato, moglie di un mafioso ed allo stesso tempo madre di uno dei più famosi nemici di Cosa Nostra, Peppino Impastato.
Parla di Angela Casella, madre di Cesare Casella, la quale ha combattuto per il figlio quando era stato rapito durante il sequestro durato 743 giorni, compiuto dalla cosiddetta "anonima sequestri".
Questo video parla di una giovane ragazza, Rita Atria, che a soli 17 anni combatte contro la mafia per una Sicilia e un'Italia più libera.