La forza delle mamme
L’articolo parla di una donna, una mamma che combatte per rivedere il proprio figlio, rapito e sequestrato dalla mafia per 743 giorni.
L’articolo parla di una donna, una mamma che combatte per rivedere il proprio figlio, rapito e sequestrato dalla mafia per 743 giorni.
Il video è un’intervista a Margherita Asta, in cui l’intervistata parla della morte di sua madre e dei suoi fratelli per colpa di un attentato mafioso al giudice Carlo Palermo, nella strage di Pizzolungo.
Nel video parla Denise Cosco figlia di Lea Garofalo, che racconta come sono andate le cose prima del 24 novembre 2009.
Indagati destinatari dell’ordinanza cautelare, un’associazione dedita a un’imponente attività di traffico illecito di rifiuti attraverso imprese operanti nel settore del commercio di metalli ferrosi e non ferrosi.
L'articolo parla di Piera Aiello, deputata italiana a cui esattamente 27 anni fa, nel giugno del 1991, venne ucciso di fronte a lei il marito da alcuni sicari.
Ho scelto questo breve filmato perché nei suoi pochi minuti riesce a sintetizzare la vita di Rita Atria, che alla sola età di 17 anni pose fine alla sua esistenza.
Il 22 febbraio del 1981 scompare nel nulla, solo 13 anni dopo un pentito racconta che è stata stuprata, fatta a pezzi e buttata in mare per ordine della sorella del fidanzato.
Giuseppina Pesce è un'ex ndranghetista che nel 2011 decise di consegnarsi alla giustizia come atto di ribellione contro la propria famiglia.
Questa madre non ha mai avuto paura di ciò che le poteva accadere, ma ha sempre avuto il coraggio di continuare a lottare fino alla fine e dar voce a ciò che la gente aveva paura di dire.
Ninetta frequenta il liceo classico, dopo il diploma, diviene insegnante di italiano, si innamora e si fidanza con Salvatore Riina, che è il migliore amico d'infanzia del fratello Calogero.
"Giovanni amore mio, sei la cosa più bella della mia vita. Sarai sempre dentro di me così come io spero di rimanere viva nel tuo cuore. Francesca”.
Emanuela Loi fu la prima agente donna della Polizia di Stato a essere uccisa in servizio. Nel 1991 venne assegnata alla scorta di Paolo Borsellino.
Il passato dimostra, secondo me, com’era molto maggiore la Mafia e invece il presente che sta diminuendo questo fatto.
Il 9 febbraio la Polizia di Stato ha eseguito diciotto misure cautelari del Gip di Milano (dieci in carcere e otto agli arresti domiciliari) nel Lecchese e in Lombardia per associazione di tipo mafioso.
L’uomo presente nella fotografia rappresenta la mafia, ovvero che uccide e che fa del male e la città con lo sfondo rosso si può dedurre che raffigura il sangue.
Non bisogna mai arrendersi e piegare la testa alla prepotenza e all’ingiustizia, ma bisogna lottare e combattere per sé stessi e per gli altri.
Questo video spiega con precisione gli ultimi avvenimenti accaduti nel territorio lecchese che ha portato all’arresto di nove persone.
L'ho scelto perchè ero curioso di capire come la mafia riuscisse ad agganciarsi ad un avvenimento cosi importate come una pandemia
Don Pino non tentava di riportare sulla via giusta coloro che erano già entrati nel vortice della mafia, ma cercava di non farvi entrare i giovani che vivevano per strada e che consideravano i mafiosi degli idoli.
Giuseppe ha avuto il coraggio di lottare, non si è lasciato bloccare dalla paura di morire perché sapeva che se nella vita non lotti niente cambierà.
Marco Rusconi è l’ex sindaco di Valmadrera, arrestato il 2 aprile 2014 con l’accusa di corruzione nell’ambito dell’inchiesta «Metastasi» sui rapporti tra esponenti istituzionali, politici e affiliati alla criminalità organizzata.
La bandiera presente nell’immagine ritrae ciò che vogliono i cittadini, ovvero la pace, infatti, nella bandiera è incisa la scritta “NO ALLA MAFIA”.
Rrovo che il giornalismo abbia un ruolo fondamentale nel mettere in evidenza ciò che accade quotidianamente nel mondo della mafia, sottolineando il ruolo che i più potenti hanno all'interno di esso.
La pizzeria Fiore di Lecco è un esempio di locale confiscato alla mafia, che ha avuto la possibilità di essere riconsegnato alla comunità.
Il link qui sotto allegato parla di una surreale notizia che nessuno penso si sarebbe mai aspettato di sentire: un brand di vestiti denominato LABELLAMAFIA.
Le forze dell’ordine si occupano di sequestrare tutti i beni posseduti da essi una volta scoperti, e con l’approvazione di un giudice, confiscarli definitivamente e ridarli allo stato.
Facendo delle ricerche attraverso queste parole chiave mi sono imbattuta in questo episodio accaduto nell'ottobre del 1969, ovvero il furto del dipinto di Caravaggio “La Natività”.
E' il racconto di un padre al proprio figlio Giovanni, riguardo la figura di Giovanni Falcone, di ciò che riuscì a portare a galla, dell'omicidio di Giuseppe Di Matteo e anche del perché la scimmietta Bum.
Con i combattimenti illeciti tra cani, le corse clandestine di cavalli, il furto di animali da allevamento, la commercializzazione di carni provenienti da animali malati, i mafiosi incassano ben 3 miliardi di euro all’anno!
Non tutti sanno la sua storia perché lei non è molto conosciuta, ma secondo me è importante ricordare anche queste vittime di mafia e non sempre le più famose, perché tutte gli innocenti uccisi dalle cosche sono importanti allo stesso modo.
Giuseppe Impastato, chiamato anche Peppino, è nato a Cinisi, in provincia di Palermo, il 5 gennaio 1948 da una famiglia mafiosa.
Nel 1991, un mese prima della sua morte, pubblica il libro “La mafia alle mie spalle” in cui racconta i suoi incontri avuti con i boss mafiosi che volevano a ogni costo le sue terre.
Nel 2016 il Corpo Forestale dello Stato scopriva nell'area industriale della ex Pozzi Ginori a Calvi Risorta in provincia di Caserta, la più grande discarica di rifiuti tossici interrati d'Europa.
Nell’ottobre del 1986 a San Lorenzo, borgata rurale nella zona nord di Palermo, venne ucciso il piccolo Claudio Domino. Aveva solo 11 anni.
“E’ come se avessimo di fronte una persona con un passamontagna in testa!”. Questa l’espressione fu usata nel giugno 2018 quando Report si occupò per la prima volta della vicenda San Siro.
Vivere così è una stupidaggine!! Ha esclamato un’alunna di quinta elementare commentando la vita di certi ‘ndranghetisti nei bunker.
Leggendo un articolo su “Il Fatto Quotidiano” mi sono accorto che non solo il Covid ha permesso ai boss più anziani di uscire dal carcere, ma ancor peggio la mafia sta prendendo potere.
Nel video parla il fratello, e mostra il luogo della morte, raccontando anche la storia che c’è dietro al suo omicidio per cui venne fatta giustizia solo quasi 20 anni dopo.
11 gennaio 1996, esattamente ventiquattro anni fa, dopo due anni e mezzo di prigionia i mafiosi decisero di uccidere e sciogliere nell’acido il piccolo Giuseppe Di Matteo.
Sigfrido Ranucci intervista il pregiudicato Francesco Pennini in cui gli rivela che i Madonia volevano ucciderlo nel 2010 dopo la pubblicazione del libro “il patto”, scritto dallo stesso Ranucci e da Nicola Biondo.
Sono passati 50 anni dalla scomparsa del giornalista, la sua storia purtroppo non è mai stata chiusa e non è mai stata potuta scrivere la parola fine, da questo momento si è aperto uno dei casi più intriganti della storia italiana.
È un problema mondiale ma la testa è ancora concentrata in Calabria perché per aprire un locale di ‘Ndrangheta in qualsiasi parte del mondo è necessaria l’autorizzazione dell’azienda madre.
In questo video si parla del Maxi processo alla ‘Ndrangheta che è stato avviato qualche settimana fa in un’aula bunker di Lamezia Terme e viene intervistato proprio il procuratore capo di Catanzaro.
La 'ndrangheta è un’organizzazione criminale molto importante per il narcotraffico, distribuisce la cocaina non solo in Italia ma anche in tutto il mondo.
Storie parallele di due imprenditori, Filippo Cogliandro in Calabria, Gianluca Maria Calì in Sicilia. Hanno detto no al pizzo costruendo così un futuro diverso.
Franco Coco Trovato nasce a Mercedusa , in Calabria, nel 1947 e giunge a Lecco nel 1967, dove comincia il suo dominio criminale. Quest’ultimo di espande negli anni 80 creando il clan Coco Trovato, che vedeva alleate più di 1400 persone tra Lecco e la Brianza.
Tutti noi sappiamo cos’è la mafia, anche tramite storie, libri, film, videogiochi ma questi tendono come sempre a cadere nello stereotipo.
In questo video si vede lo scrittore e giornalista Roberto Saviano che parla della loro demolizione e di come questo gesto non è comunque abbastanza per salvare Napoli.